Via alla stagione, ma lo sci non parte ovunque "Incognite e disdette, aspettiamo l'Immacolata"

A Cervinia il pass funziona. Valtellina, Valle d'Aosta e Alto Adige rimandano

Via alla stagione, ma lo sci non parte ovunque "Incognite e disdette, aspettiamo l'Immacolata"
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Pronti? Partenza e forse via. La stagione dello sci, dopo lo scorso inverno per soli atleti e tesserati, è al via. Chi solitamente anticipa all'autunno le aperture, lo ha fatto, nonostante le linee guida definitive giacciano ancora fra la scrivania del Cts e l'ufficio del ministro Speranza. Capienza all'80% su ovovie e funivie, ma nessun numero contingentato giornaliero agli impianti, green pass e mascherine, il succo, piuttosto ovvio, del new deal. Così ghiacciai e località in quota come Solda, Val Senales, Cervinia, Presena e Grosté di Madonna di Campiglio hanno aperto il cancelletto, progressivamente già da fine ottobre.

«Nei week end spiega Enrico Vuillermoz, direttore del consorzio Cervinia Turismo abbiamo toccato anche 7mila presenze e siamo riusciti a controllare il green pass a tutti, senza code e pur avendo aperto, per ora, un solo punto di accesso ad un comprensorio che arriva a punte di 14mila persone». Buona volontà ed entusiasmo, però, non sono l'ingrediente comune: «Il telefono suona, ma molti chiedono solo informazioni», è la risposta più comune degli albergatori dalle Alpi Graie alle Retiche, dove fioccano anche le prime disdette, data l'incertezza sia sui contagi sia sulle regole. Questo fine settimana, per esempio, molti altri comprensori avrebbero dovuto aprire, ma Valtellina, val d'Aosta e Alto Adige hanno scelto la prudenza, rimandando al ponte dell'Immacolata. Oltre alla risalita dei contagi, le alte temperature hanno impedito di «sparare» neve e preparare al meglio il mix di fiocchi naturali e programmati. Dal 6 dicembre sugli impianti, come su metrò e treni locali, servirà il pass rafforzato solo in zona arancione, ma in realtà, già in zona bianca o gialla, per fermarsi ad un bar o un rifugio sulle piste, serve il rafforzato. Con buona pace dei no vax e di chi critica la rigidità italica: anche in Francia gli impianti chiedono il green pass (base), l'Austria è in lock down, la frontiera svizzera si varca solo col pass, anche se sugli impianti ancora non è richiesto.

Il vero rebus, dopo gli entusiasmi di inizio autunno riguarda, però, i controlli. Gli impiantisti vorrebbero che a controllarlo fossero le forze dell'ordine e solo a campione, per evitare code, ma anche un aggravio di responsabilità. Il governo non si è ancora pronunciato. A proporre una app - non ancora operativa - che abbini, come avviene con certe compagnie aeree, l'acquisto dello skipass con il caricamento del green pass ha pensato, ad oggi, solo il comprensorio del Dolomiti super ski, che con 1200 km di piste è vasto quanto tutto l'Alto Adige.

La beffa? Che proprio il Sud Tirolo, per via del basso livello di vaccinati, abbia messo in zona rossa 36 comuni, molti «sciistici» come Ortisei, Santa Cristina e Selva in val Gardena che ora rischia di dover rinunciare anche al pubblico e agli introiti di coppa del Mondo, per le tradizionali gare pre natalizie. In Lombardia c'è più ottimismo. La Regione ha lanciato una iniziativa inedita: sci gratis fino a 16 anni e fino al 24 dicembre e lezioni a 5 euro. Un regalo sotto l'albero, da zona bianca e semaforo verde.

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