Nei precedenti quattro tentativi l'atterraggio era avvenuto in mare, rendendo quindi inutilizzabili i mezzi. Questa volta il quinto test di lancio della compagnia americana SpaceX è terminata col il recupero a terra della navicella Starship e del mega booster del razzo, battezzato «Super Heavy». Si tratta di un passo cruciale, che rende sempre più vicina la conquista di Marte, e il ritorno sulla Luna, da parte del colosso guidato dal patron di Tesla, Elon Musk.
Il test, nominato Starhip fligt 5, è cominciato ieri nella base di Boca Chica, in Texas. Il super razzo, con i suoi 33 motori Raptorgenera e una spinta complessiva di circa 74 meganewton, hanno portato in orbita la navicella Starship. Una volta terminata la prova, il booster è stato recuperato e appoggiato al suolo dai bracci robotici della base Mechazilla, che lo hanno fatto atterrare sulla rampa dalla quale era partito fra gli applausi e le urla di entusiasmo dei tecnici e degli scienziati. Perché un obiettivo così importante non era mai stato raggiunto prima. Con un'altezza di quasi 121 metri, la Starship senza equipaggio prima di ritornare sulla Terra ha tracciato un percorso nel golfo del Messico come nelle quattro occasioni precedenti. Questa volta, però, SpaceX riuscita a riportare il razzo sulla piattaforma da cui era decollato sette minuti prima, senza che finisse distrutto.
Attraverso il suo social network X, lo stesso Musk ha festeggiato l'impresa. «La torre ha recuperato il razzo», ha twittato. Il tentativo di catturare e posare a terra il booster è avvenuto al primo colpo. Aprendo la strada a nuove possibilità, come quella di recuperare attraverso gli stessi bracci meccanici anche la navicella Starship. Per il momento il dispositivo è ammarato nell'oceano Indiano, come previsto prima dell'inizio del test. Tutta la missione è stata trasmessa in diretta streaming su X. Evidenziando ancora una volta le incredibili potenzialità di Starship, al momento considerato il sistema missilistico più potente mai costruito, che un giorno potrebbe essere utilizzato per trasportare gli esseri umani sulla Luna e su Marte. L'intero dispositivo utilizzato in questi test è composto da due stadi: Starship è il nome della sola navicella, che costituisce la parte superiore. Sotto c'è proprio il booster Super Heavy, che la sostiene al decollo grazie al suo motore 700 volte più potente di quello di un comune aereo di linea, come per esempio l'Airbus A320neo.
Quanto al sistema utilizzato per il recupero a terra, si tratta di una struttura unica nel suo genere, soprannominata Mechazilla dallo stesso Musk stesso. Il riferimento è alla saga di Godzilla, nella quale Mechazilla è una versione robotica della mega lucertola atomica protagonista. La struttura super tecnologica è alta circa 150 metri, è dotata di enormi bracci meccanici, detti anche chopsticks (le tradizionali bacchette cinesi), progettati per afferrare il razzo al volo durante la sua discesa. Il recupero è stato da film di fantascienza: il booster Super Heavy, dopo essersi separato dalla navicella Starship, ha invertito la rotta ed è rientrato nell'atmosfera.
Durante la discesa, ha rallentato utilizzando i suoi razzi in grado di raggiungere una velocità supersonica, Il booster ha quindi effettuato una complessa manovra per posizionarsi verticalmente e accendere i motori per l'atterraggio. A quel punto, i bracci meccanici della torre Mechazilla lo hanno afferrato al volo con precisione millimetrica per permettergli di appoggiarsi sulla piattaforma dalla quale sette minuti prima era decollato. Il successo della missione è considerato un passo sostanziale verso l'obiettivo di rendere Starship del tutto riutilizzabile.
L'idea è infatti quella di poter far atterrare il razzo, rifornirlo di carburante e farlo decollare di nuovo nel giro di poche ore, trasformandolo così in un mezzo di trasporto spaziale economico e flessibile, proprio come un aereo.
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