Lo statuto M5s in alto mare. E ora Grillo vuole licenziarsi

Guerra con Conte, rinviata la presentazione di giovedì. Casaleggio all'angolo, l'ex socio lo molla

Lo statuto M5s in alto mare. E ora Grillo vuole licenziarsi

Come ampiamente prevedibile, qualche giorno fa a Pietro Dettori è arrivato l'aut-aut definitivo. «Doveva scegliere se stare o di qua o di là ed è chiaro che ha scelto di stare nel Movimento, che doveva fare con Casaleggio?», dice al Giornale una fonte grillina che conosce Dettori e lo ha sentito nelle ultime ore.

L'ex ghostwriter di Beppe Grillo annuncia con un post su Facebook l'addio all'Associazione Rousseau, di cui era socio dal febbraio 2018. «È stata un'esperienza durata cinque anni, di cui due da dipendente a Milano e gli ultimi tre da socio mentre continuavo la mia attività professionale a Roma», scrive il social media manager cagliaritano. Nella Capitale era sbarcato dopo le elezioni politiche di tre anni fa per occuparsi di comunicazione a Palazzo Chigi, nell'ufficio di Luigi Di Maio, allora vicepremier del governo gialloverde. Considerato l'eminenza grigia della Casaleggio Associati nei Palazzi romani, il suo divorzio dall'erede di Gianroberto certifica l'isolamento del guru dalla politica che conta.

Un passaggio epocale, perché Dettori è una figura simbolo del grillismo e ha scelto di abbandonare il vascello di Via Morone per imbarcarsi nella rifondazione di Giuseppe Conte. L'esperto di comunicazione, ora alla Farnesina come consulente di Luigi Di Maio, ricorda gli anni di lavoro «alla Casaleggio Associati, a supporto di Gianroberto e Beppe, tra il computer alla scrivania e l'Ipad sul camper, tra l'ufficio e i palchi». Poi Roma. Sempre in prima linea ma lontano dai riflettori, riservato e influente. Nessuna burrasca dietro la separazione da Rousseau. Semplicemente una scelta obbligata, una strada a senso unico per chiunque abbia l'ambizione di proseguire la carriera nelle stanze del potere. Di Davide Casaleggio dice: «Gli sono sempre stato e gli sarò sempre riconoscente. La stima e l'affetto nei suoi confronti sono immutati».

Il percorso di Dettori sarà diverso da quello del presidente di Rousseau. «Io nel Movimento ci credo ancora - scrive - ci credo innanzitutto perché mi fido di Beppe Grillo, Beppe è il nostro garante e nei momenti più critici della nostra storia è sempre stato lucido». Il peso di Grillo nel M5s è sicuramente un tema attuale, dopo che il fondatore ha reagito con sdegno al tentativo di Conte di ridimensionare il suo ruolo nel nuovo Statuto. E l'opinione di Dettori conta. Proprio nell'appartamento romano dello spin doctor sardo, a fine agosto 2019, si era riunito lo stato maggiore del M5s prima di ufficializzare il via libera al governo con il Pd. Sempre lui ha provato a mediare con Casaleggio per arrivare a un accordo con Rousseau. Fallito il tentativo, l'addio alla casa madre e forse un futuro incarico politico. «Tocca capire se ora Dettori farà anche qualcosa per il Movimento», dicono dai Cinque Stelle.

In un momento che viene definito da diverse fonti come quello di «massimo caos nella storia del M5s». La nuova fase a guida Conte procede di rinvio in rinvio. Lo Statuto avrebbe dovuto vedere la luce giovedì a Roma e lo staff dell'ex premier aveva già prenotato una sala per la presentazione. Ma bisognerà attendere ancora. Grillo è descritto come «molto deluso e irritato dal progetto di Conte di costruire un partito personale». Il comico ha preferito non presentarsi nella Capitale per il giro di incontri che era stato annunciato per il weekend. La verità è che non c'è nessun accordo sul ruolo del Garante nel nuovo Statuto. Conte è disposto a cedere sul simbolo, ma non vorrebbe interferenze sulla linea politica. L'avvocato comunque sta trattando. E Grillo? «Beppe vuole che sia messo nero su bianco che il M5s non sarà mai un partito personale e vuole l'ultima parola sulle scelte politiche, a cominciare dai nomi della nuova segreteria», spiega una fonte pentastellata di primo piano.

È siderale la distanza tra il fondatore e il rifondatore, mentre deputati e senatori sono estenuati da un progetto - quello contiano - continuamente abortito. «Qua ogni giorno che passa perdiamo un punto percentuale», si sfoga un parlamentare con Il Giornale.

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