Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, dopo aver demonizzato il Tap nel corso di alcune fasi calde della dialettica politica in materia di energia, ha cambiato impostazione sull'opera ma la giravolta non è passata inosservata.
L'ultima "sparata" al riguardo è arrivata attraverso le pagine di Repubblica, dove il pentastellato ha ribadito la necessità di allargare il campo contro l'aumento delle bollette e per coadiuvare la sovranità energetica: "Dobbiamo portare i flussi a 10 miliardi di metri cubi e coinvolgere il Turkmenistan, in questo inizio di anno Mosca sta diminuendo le forniture", ha detto.
Poi il passaggio in cui l'esponente del MoVimento 5 Stelle si è quasi giustificato per la rettifica della visione sul Tap: "Quando abbiamo iniziato a parlare di Tap - ha detto - non si parlava ancora di transizione ecologica. Il gas oggi è l’elemento con cui si può abilitare la transizione ecologica". Quasi come se l'approvigionamento del gas, insomma, fosse un tema appena spuntato sul dibattito pubblico (e non è così).
Ma questa, come premesso, non è la prima volta in cui Di Stefano cerca di dribblare l'antica contrarietà espressa: "Oggi - aveva scritto l'esponente grillino via social durante la prima metà di gennaio - è stato il turno del gasdotto Transadriatico (Tap) di cui si è paventato un raddoppio infrastrutturale. Stiamo lavorando da oltre un anno al raddoppio della portata della Tap da 10 a 20 miliardi di metri cubi annui". Una presa di posizione che, considerando i precedenti, era risultata quantomeno curiosa.
L'ex ministro ed esponente d'Italia Viva Teresa Bellanova ci ha tenuto a mettere gli accenti sulla "giravolta" del sottosegretario: "Spiace - ha premesso la renziana, così come ripercorso dall'Ansa - dover contraddire il sottosegretario Di Stefano, ma la giravolta del M5S sul gasdotto Tap non è una questione di contesto storico differente. In primo luogo perché è compito della politica avere uno sguardo lungo sulle questioni. E poi di maggior rifornimento di energia a costi più calmierati, come di maggior indipendenza nell'approvvigionamento del gas da altri Paesi, se ne parlava già nel periodo dell'esordio di Tap". Quella di Di Stefano sarebbe, in sintesi, un'arrampicata sugli specchi in piena regola.
Subito dopo, la Bellanova passa a ricordare l'offensiva subita per mano pentastellata ai tempi del dibattito sul gasdotto: "Ho purtroppo vissuto sulla mia pelle ciò che di violento, poco corretto e intimidatorio - continua l'ex ministro - il Movimento 5 Stelle ha saputo scagliare contro chi invitava chiunque a ragionare sul tema gasdotto".
E ancora: "Come è ben chiaro a tutti che questi signori si sono potuti permettere di distruggere le esistenze altrui dai palchi dei comizi perché a partire dalla comunità politica di cui
facevo parte, il Pd, non si sono evidentemente attivati quegli anticorpi necessari a far muro contro populismo, rabbia e incompetenza", ha chiosato, criticando dunque anche il Partito Democratico.
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