Una patologia acuta spesso dolorosa ma che di solito si risolve con l'operazione e ha una prognosi benigna. Tra cinque-sette giorni Papa Francesco dovrebbe già tornare «a casa».
L'intervento di stenosi diverticolare «è difficilmente programmabile» perché «si tratta di una infiammazione della parete del colon che provoca una occlusione intestinale quando una precedente terapia di antibiotici non ha avuto efficacia». In questo caso «occorre effettuare una resezione del colon, in parole povere bisogna asportare la porzione di colon malata».
A spiegare tecnicamente cosa sia la stenosi diverticolare sintomatica del colon, per la quale Papa Francesco è stato ricoverato, è il professor Renato Andrich, per anni primario di chirurgia oncologica e senologia dell'Ospedale San Giovanni di Roma.
«Con la diverticolosi spiega il chirurgo al Giornale - il colon presenta già delle piccole sacche che normalmente non danno alcun disturbo. Ci possono però essere delle complicazioni, come emorragia, perforazione e stenosi, come sembra si sia verificato per il Santo Padre. In quest'ultimo caso, si verificano delle infezioni dei diverticoli che estendono l'infiammazione a tutta la parete».
La stenosi, si legge sul sito della Società italiana della chirurgia colo-rettale, è una delle complicanze dei diverticoli che sono benigni e frequentissimi con il crescere dell'età: 50% fra i 50enni, 70% fra i 70enni. I diverticoli possono definirsi erniazioni a forma di piccoli sacchi che interessano la mucosa e la sottomucosa della parete dell'intestino e che si localizzano più frequentemente nel colon sinistro ed in particolare nel colon sigmoideo. L'intervento chirurgico, spiega il professor Andrich, «avviene in anestesia generale, è un'operazione importante specie in una persona fragile e over 80. Il Papa avrà probabilmente una degenza di almeno una settimana».
Al momento la previsione della degenza del Santo Padre è di cinque giorni. Di solito dopo un intervento di qualsiasi entità sono le prime 48 ore quelle cruciali per stabilire sia il buon esito dell'operazione sia le condizioni generali del paziente.
Ma quali sono i rischi legati ad un intervento di questo tipo? Ovviamente sono strettamente legati alle condizioni di salute generali del paziente ma sicuramente il rischio maggiore specialmente nel caso di una persona di età avanzata è sempre e comunque legato all'anestesia. Certamente Papa Francesco soffriva di questa condizione da tempo ma i sintomi di solito sono facilmente controllabili attraverso terapie antiinfiammatorie. Evidentemente lo stato infiammatorio, che deve essere trattato prima di sottoporsi all'operazione, avrà però comportato conseguenze sul funzionamento del colon che hanno reso inevitabile l'intervento.
Prima però di entrare in sala operatoria sicuramente il Santo Padre avrà effettuato tutte le analisi necessarie a stabilire le sue condizioni: elettrocardiogramma, analisi del sangue, probabilmente anche una tac o una risonanza magnetica.
Una volta eseguita la preparazione si passa alla fase pre-operatoria che prevede una sedazione prima della vera e propria anestesia che rappresenta comunque l'aspetto più
rischioso di un intervento che viene considerato di routine dai medici. Questa patologia infatti è molto comune dopo i 50 anni e non presenta solitamente complicazioni tali da compromettere lo stato di salute del paziente.
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