Lo storico anti-foibe osannato a sinistra attaccava la Meloni con insulti sessisti

Gobetti, autore di un libro negazionista, tre anni fa aveva offeso su Twitter la leader Fdi. Che ora replica: "Fine intellettuale"

Lo storico anti-foibe osannato a sinistra attaccava la Meloni con insulti sessisti

«Anche la zocc... la Meloni?» ha commentato Eric Gobetti sui social dimostrando tutta la serietà del personaggio portato sugli scudi, soprattutto dai giornaloni e dall'Anpi, attorno al 10 febbraio, giorno del Ricordo delle foibe e l'esodo per aver scritto un libro capolavoro di giustificazionismo e riduzionismo della tragedia a lungo dimenticata.

Sul commento di Gobetti di tre anni fa, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, si è chiesta se «questo sarebbe l'imparziale storico che la sinistra tanto osanna e che porta in giro per l'Italia per spiegare - e sminuire - il dramma delle foibe? Un fine intellettuale assolutamente non di parte, non c'è che dire...».

Lo «storico» ha rivendicato il commento derubricandolo facilmente ad una «battuta estratta da un dialogo scherzoso» e aggiungendo che «è peraltro una citazione (vergognosamente sessista) di un alleato di governo dell'onorevole Meloni: Silvio Berlusconi». Il fondatore di Forza Italia era sessista e Gobetti ovviamente è solamente ironico. Per di più l'audio del video, ancora su You Tube, con le parole di Berlusconi sarebbe stato manipolato ad arte.

Assieme al post oltraggioso di Gobetti nei confronti di Meloni circola sui social la foto che immortala «l'imparziale» storico, autore del libro E allora le foibe? con fazzoletto rosso, faccione di Tito stampato sulla maglietta e pugno chiuso. Gobetti vuole far pensare che pure la foto è uno scherzo, come la battuta sulla leader di Fdi, «scattata durante uno dei viaggi storico-culturali che organizzo nella ex Jugoslavia». Se un autore di un libro che giustifica l'Olocausto o lo riduce a poca roba fosse stato immortalato in divisa da SS, cosa sarebbe accaduto? Non solo: ci sono anche altre foto di Gobetti, più recenti, come quella scattata a una conferenza dello «storico imparziale» sempre con la maglietta ed il faccione di Tito e la bandiera jugoslava con la stella rossa alle spalle. Lo stesso personaggio nel 2019 ha ottenuto a Torino un contratto come «formatore per il dipartimento di storia e filosofia».

Purtroppo nelle ultime settimane Gobetti ha ricevuto inaccettabili minacce e insulti assolutamente da condannare senza se e senza ma. Più discutibile il vittimismo contro «la macchina del fango» che lamenta anche ieri senza chiedere scusa dell'insulto sessista a Giorgia Meloni.

I riflettori su Gobetti si sono accesi per il suo discutibile libro E allora le foibe?, che fin dal titolo, tratto da una battuta di Caterina Guzzanti, è suonato come una presa in giro per gli esuli ed i parenti degli infoibati. Nel libro sostiene che non ci sono prove di esecuzioni nella foiba di Basovizza, monumento nazionale e descrive l'esodo come frutto di di una «psicosi collettiva», non delle violenze di Tito. A pagina 73 sostiene, intitolando il capitolo, che nel 2004 «l'allora ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri dichiara che le vittime delle foibe sarebbero un milione».

Il senatore di Forza Italia sottolinea «che è un clamoroso falso. Non ho mai detto nulla del genere. Sto facendo causa all'autore, ma soprattutto a Laterza, la casa editrice, che ha dato alle stampe il libro alla vigilia del 10 febbraio».

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