L'autista non ha alcuna responsabilità nella tragedia del pullman di turisti caduto dal cavalcavia di Mestre il 3 ottobre 2023. L'incidente in cui sono morte 22 persone non è stato causato da un malore, da un colpo di sonno o da una distrazione del conducente, ma da un problema al sistema dello sterzo del bus elettrico Yutong.
È stato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, a rendere pubblici i risultati di una delle quattro perizie tecniche disposte per fare luce sulle cause dello schianto. Il mezzo era diventato ingovernabile perché si era rotto un perno nel giunto che collega lo sterzo alle ruote. Un'anomalia meccanica che avrebbe impedito all'autista di recuperare il pullman in maniera rapida nella fase dello sbandamento, prima che scivolasse lungo le barriere logorate del cavalcavia di Mestre, risalenti agli anni Settanta. Talmente usurate e prive di manutenzione che, a detta del consulente, non sarebbero state in grado di sopportare un urto come quello che è avvenuto. Resta ora da stabilire il nesso di casualità tra il guasto meccanico e lo stato delle barriere.
Alberto Rizzotto, il conducente 40enne del mezzo, è stato dunque una vittima come le altre, senza colpe. «Gli è stata ridata la dignità», ha commentato l'assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso. In un primo momento si era pensato infatti che potesse essersi sentito male mentre era alla guida o distratto al telefono. Ipotesi smentite dalla perizia e dall'esame del suo cellulare: gli esami cardiologici specifici, disposti dalla Procura di Venezia, non hanno rilevato e svelato problemi al cuore. Rizzotto è deceduto per via dello sfondamento del cranio, a seguito della caduta di dieci metri del mezzo.
Drammatiche le immagini delle telecamere di bordo, acquisite dalla Procura, che mostrano gli ultimi istanti di vita dei passeggeri. Il pullman stava viaggiando normalmente sul cavalcavia quando ha iniziato a scarrocciare sulla destra. Il video coglie il momento esatto dell'urto e la consapevolezza dei passeggeri di quello che stava per succedere. Per questo il magistrato ha lanciato un appello «al buon senso» delle parti, a cui sarà fornito, perché non venga diffuso. «Non è di nessuna utilità per l'opinione pubblica e non aggiunge nulla a quanto noto anche attraverso le altre perizie e le testimonianze», ha voluto sottolineare il procuratore.
L'indagine va avanti.
Al momento gli indagati sono due e si procede per omicidio stradale, omicidio stradale colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose. Sotto accusa ci sono due funzionari del Comune di Venezia, del settore Viabilità e del Servizio manutenzione.
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