Strage di Viareggio, riparte il processo con l'appello bis

Prima udienza oggi del processo di appello bis per la strage di Viareggio, il disastro ferroviario avvenuto alle ore 23.48 del 29 giugno 2009 che causò la morte di 32 persone

Strage di Viareggio, riparte il processo con l'appello bis

Prima udienza oggi del processo di appello bis per la strage di Viareggio, il disastro ferroviario avvenuto alle ore 23.48 del 29 giugno 2009 che causò la morte di 32 persone.

Nella stazione sviò un treno merci, con il danneggiamento di una cisterna contenente gpl, la cui fuoriuscita innescò un incendio con esplosione causando, oltre alle vittime, un centinaio di feriti. Il nuovo appello è stato disposto dalla Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado per 16 imputati, tra i quali gli ex vertici delle Ferrovie Mauro Moretti, Michele Mario Elia, Vincenzo Soprano e Mario Castaldo, oltre a dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci. Per questi imputati la Suprema Corte ha escluso l'aggravante sulle norme di sicurezza, non riconoscendo il disastro ferroviario come incidente sul lavoro e così facendo scattare di conseguenza la prescrizione per questo reato. Ora la Corte di Appello di Firenze nel processo bis dovrà rideterminare le pene delle condanne inflitte in precedenza, considerando che l'unico reato che viene contestato agli imputati è quello di disastro ferroviario.

Nel corso del primo appello Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex Ad di Ferrovie dello Stato, aveva rinunciato ad avvalersi della prescrizione. Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, tuttavia, in occasione del rinvio dovrà confermarlo o meno.

Lui era stato condannato a 7 anni di reclusione, Michele Mario Elia, ex Ad di Rfi, e Vincenzo Soprano, ex Ad di Trenitalia, a 6 anni. In aula per chiedere «giustizia e verità» ci saranno, come già in tutte le udienze passate, i familiari delle 32 vittime, che daranno vita a un piccolo corteo e poi a un presidio davanti al palazzo di giustizia.

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