Stroppa, il braccio destro di Elon si mette in silenzio stampa

Intanto Fi con un emendamento chiede di stanziare 800 milioni per una rete satellitare italiana

Stroppa, il braccio destro di Elon si mette in silenzio stampa
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Fi presenta un emendamento al ddl sullo Spazio in discussione alla Camera, proponendo di destinare 800 milioni da qui al 2028 per creare una costellazione nazionale. Intanto il portavoce italiano di Musk, e della sua Starlink, Andrea Stroppa, fa un passo indietro, rinunciando nel prossimo futuro a intervenire nel dibattito pubblico. «Politicizzare il dialogo - spiega Stroppa - danneggia chi serve la nazione». Prima di «ritirarsi» si toglie qualche sassolino dalle scarpe e ricorda i 18 miliardi investiti dall'Italia per i progetti europei (Terra Copernicus, Galileo e Ariane 6) per i quali nessuno ha detto niente nonostante «ritardi e insuccessi». E l'allusione è alla sinistra che ora contesta alla maggioranza il potenziale accordo sulla Starlink.

All'evento «Azzurri in vetta» sulle montagne dell'Abruzzo intanto tutti smentiscono le strane congetture attorno all'emendamento firmato da Luca Squeri su impulso, spiega, del mondo delle telecomunicazioni . «Magari esistesse un sistema italiano di satelliti in grado di fronteggiare quello del tycoon americano - se la ride il capogruppo al senato Maurizio Gasparri -, meglio sarebbe avere una tecnologia autonoma. Solo che in Europa il progetto Iris sta andando molto lento, le procedure sono complicate e sarebbe giusto investire intanto a livello nazionale. Intanto, però, Musk ci ha messo miliardi di dollari e non abbiamo altri all'altezza». Gasparri è stato ministro delle Comunicazioni, il tema lo conosce bene, ricorda che il tema della sicurezza dei dati c'è sempre stato, dai piccioni viaggiatori alle lettere al telegrafo fino a Internet e ai cellulari. Ricorda anche che nel 2003 da ministro fu lui a fondare la società Infratel per portare ovunque la banda larga. All'evento poi sospeso per la tragedia del giovane Luca, si doveva parlare dei problemi di connessione nei piccoli borghi, presente anche Pietro Piccinetti, ad di Infratel. «Insomma, non facciamo gli ipocriti - riprende Gasparri- in Italia già esistono abbonati a Starlink ma se lo stato vuole usare le migliori tecnologie si grida all'allarme per Musk».

Alessandro Cattaneo, capo dipartimenti di Fi e ingegnere elettronico, sottolinea che «oggi l'asset strategico più importante per un Paese è il flusso dei dati», ma in queste polemiche su Musk ci si dimentica che «già non è in mani italiane, ma di tanti soggetti, molti dei quali non sono democrazie, vedi Cina, con i rischi prevedibili». Spiega Cattaneo, che finora a insistere sulla sicurezza sono stati solo i tecnici, mentre ora il problema è diventato politico. «Noi - sottolinea- siamo stati tra quelli che hanno denunciato il rischio di consegnare alla Cina infrastrutture strategiche. Oggi parliamo dell'operatore che ha la miglior tecnologia ed è proprietario di asset strategici, già dimostratisi determinanti ad esempio nel conflitto in Ucraina.

Non dialogare con Musk su Starlink sarebbe un errore». L'emendamento? «Rivendica - spiega Cattaneo - l'opportunità di lavorare senza indugi su queste tematiche in ambito italiano e ancora più opportunamente europeo. Senza dietrologie».

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