Ora le scuole da «problema» potrebbero diventare la soluzione. E gli studenti, da bollini spenti su uno schermo, potrebbero trasformarsi in «sentinelle» che rivelano come sta circolando il virus. Almeno in Lombardia.
Da maggio c'è il via libera nelle scuole di tutta la regione ad utilizzare i test salivari molecolari per il monitoraggio della diffusione del Covid. Lo ha annunciato ieri il presidente della Regione, Attilio Fontana. Una decisione attesa da tempo. «Finalmente il ministro Speranza ha confermato che tutti i tipi di test già autorizzati in Paesi che fanno parte del G7 possono essere utilizzati anche in Italia. Pertanto, considerando che questo test ha già ottenuto l'autorizzazione in gran parte di questi tra cui la Francia, Usa e Giappone, la nostra regione sarà la prima ad utilizzarlo in Italia, in sostituzione del tampone molecolare nasofaringeo, al momento unico strumento per confermare la positività al Covid-19», ha detto Fontana.
I test, come il Giornale aveva raccontato qualche settimana fa, erano già pronti da mesi. Anzi. In Italia eravamo stati tra i primi ad essere pronti, ma mentre sono diventati di routine all'estero qui si erano arenati senza un motivo. Messi a punto a novembre dal gruppo di ricercatori della Statale di Milano, coordinato da Gian Vincenzo Zuccotti preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università Statale di Milano, studiati, testati, erano risultati efficaci al 98%. Approvati dalla regione Lombardia erano stati inviati a Roma dove tutta la documentazione era ferma dal 12 gennaio in attesa delle firme ministeriali. Ora la svolta.
«Se questi test vengono fatti con regolarità - spiega Valentina Massa, una delle 4 mamme-ricercatrici che hanno perso parecchio sonno dietro a questi studi - hanno due vantaggi. Innanzitutto permettono di identificare i soggetti positivi totalmente asintomatici perché in un minuto e mezzo rilevano la carica virale anche prima dei sintomi e nei primi 5/7 giorni di sintomatologia». Ma non solo. «Forniscono soprattutto un riscontro immediato su come sta circolando il virus - continua - diventando uno strumento di monitoraggio. Così si possono usare le scuole come sentinelle: non più problema ma risorsa».
Ora anche le altre regioni dovrebbero seguire l'esempio della Lombardia per utilizzare questa risorsa che dà un riscontro immediato (l'esito è infatti nelle 24 ore) della presenza o meno del virus. Questo tipo di test potrebbe insomma esser la chiave di volta per consentire a tutti i ragazzi di finire l'anno in presenza invece che dietro allo schermo. Il rientro al 60 per cento potrebbe diventare al 100 per cento testando tutti i ragazzi una volta a settimana o comunque con una certa regolarità.
I test salivari molecolari, lo ricordiamo, non hanno niente a che vedere con l'antigenico sempre salivare che molto spesso rivela dei «falsi». Si presentano come un lecca lecca e quindi sono adatti anche per i bambini più piccoli. Sono uno strumento non invasivo ma con la stessa affidabilità del tampone molecolare naso faringeo. Anzi, in saliva il virus arriva prima e quindi il test è più precoce nell'identificare le persone positive o quelli che rimangono sempre asintomatici. La sperimentazione è tutt'ora in corso a Bollate dove, dal 12 aprile scorso, a tutti gli studenti è stata data questa possibilità. Oltre duemila i ragazzi già testati che diventeranno 5mila nei prossimi giorni. Appena viene individuato un «positivo» anche asintomatico parte l'indagine ulteriore immediata.
«I test - ha annunciato ancora Fontana - ci consentiranno di attuare un monitoraggio ancora più accurato della diffusione del virus, senza la necessità di impiegare personale sanitario, che potrà dedicarsi alla campagna vaccinale e alla cura dei pazienti ricoverati e non negli ospedali».
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