Stuprata a 17 anni nell'auto. È caccia a un pusher romeno

La vittima era in una minicar con un amico: lui è stato picchiato e lei violentata. L'aggressore ha precedenti penali

Roma. Caccia allo stupratore di Latina Scalo. «Cercate del fumo?». Quando i due fidanzatini, 17 anni lei, 18 anni appena compiuti lui, si trovano faccia a faccia con quel balordo, provano a fuggire. L'uomo, un romeno di 30 anni senza fissa dimora, li rincorre prendendo a pugni il giovane e costringendo lei a seguirlo fino alla loro minicar. Poi la sequestra e abusa di lei per almeno 4 ore, abbandonandola nelle campagne fra Latina e Cisterna.

Serata da incubo, mercoledì, per una coppia di giovanissimi del capoluogo pontino, finiti in un vecchio stabilimento abbandonato allo Scalo industriale della città. Volevano solo starsene un po' da soli, appartarsi in quella struttura frequentata da tossici e sbandati in periferia, quando dal nulla spunta lui. L'uomo, un pregiudicato riconosciuto dalle foto segnaletiche mostrate dalla squadra mobile, cerca di vendere loro droga. «Fumava della polvere bianca, crack», racconteranno le vittime agli agenti. «Eravamo al secondo piano di uno degli edifici, ci siamo allontanati cercando di raggiungere la macchina parcheggiata sul piazzale». Un'area enorme, 10mila metri quadrati, da anni abbandonata al degrado. Lo straniero li rincorre per le scale, strattona il ragazzo e lo colpisce in pieno volto. Marco, chiamiamolo così, perde i sensi e crolla a terra. Anna, altro nome di fantasia, urla. Ma non c'è nessuno che possa aiutarla. Viene afferrata per le spalle e trascinata via per qualche metro.

«Apri la portiera, entra e non fare storie sennò ti ammazzo», la minaccia. L'utilitaria parte con i due a bordo, la 17enne terrorizzata e il romeno strafatto di roba. Quello che succede poi Anna cercherà di ricostruirlo all'ospedale Santa Maria Goretti assieme ai medici e ai poliziotti. «Non so quanto tempo è passato, mi è saltato addosso e mi ha strappato i vestiti». Secondo i sanitari l'aggressore non sarebbe riuscito a consumare un rapporto completo con la ragazzina, certo è che ha abusato a lungo di lei lasciandole numerosi segni. Intanto Marco si riprende. Ha ancora in tasca il suo telefono cellulare e chiama il 112. «Siamo stati aggrediti e la mia ragazza è stata sequestrata», spiega all'operatore.

Scattano le ricerche partendo proprio dall'Intermodale di via delle Industrie, per tutti «lo Zuccherificio», e battendo palmo a palmo le campagne fino alla stazione ferroviaria di Latina Scalo dove trovano la ragazzina ancora in auto, sconvolta e in lacrime. «Aiutatemi», grida Anna alla vista della volante. È rimasta almeno un'ora da sola, chiusa in macchina, fino a quando la raggiungono gli agenti di polizia che la tranquillizzano e la portano all'ospedale più vicino. Il ragazzo, nel frattempo, dopo le cure mediche, è già in Questura a raccontare l'accaduto. Le foto dei pregiudicati della zona gli scorrono davanti una a una fino a quando Marco riconosce lo straniero senza alcun dubbio. Un pusher, tossicodipendente, arrestato più volte per droga. Quando Anna si riprende lo riconosce anche lei. «Ci abbiamo parlato appena si è avvicinato, sono sicura, è lui!». L'uomo adesso è ricercato per aggressione e lesioni, sequestro di persona e abuso di minore. «Stiamo facendo ronde da 36 ore - raccontano amici e conoscenti delle famiglie coinvolte - per scovarlo e consegnarlo alle forze dell'ordine». L'uomo, però, sembra svanito nel nulla. L'ipotesi più accreditata è che sia saltato sul primo treno merci diretto chissà dove, facendo perdere le proprie tracce.

«I nostri figli hanno fatto una ragazzata entrando in quel posto - raccontano i genitori di Marco - di quelle che si fanno alla loro età. Quello che è accaduto non è certo colpa loro. Marco appena si è riavuto dal cazzotto in faccia ha chiamato subito il 112. Adesso, però, i genitori della sua fidanzata non ci parlano, vorremmo sapere come sta».

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