"Sua madre non può uscire". E spacca il femore al medico

Un 56enne in cura per disturbi comportamentali aggredisce un dottore. Fermato e sottoposto a Tso

"Sua madre non può uscire". E spacca il femore al medico
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È stato operato e sta bene il medico del Policlinico aggredito mercoledì dal figlio di una paziente, che gli ha spaccato il femore in tre punti. «Le sue condizioni non destano preoccupazione. Certo, ha subito un grosso trauma, ma soprattutto è molto provato sotto il profilo psicologico per quanto accaduto - riferisce Ezio Belleri, direttore generale dell'Irccs Policlinico di Milano - Questo è un gravissimo problema che ci preoccupa moltissimo. Ci si reca al mattino al lavoro con la tranquillità di poter tornare la sera a casa, e purtroppo capitano cose come queste che non dovrebbero mai capitare».

Succede che mercoledì nel primo pomeriggio un uomo si presenti in un reparto del centrale ospedale milanese per andare a trovare la madre ricoverata. Alla notizia che la donna non sarebbe potuta tornare a casa perché aveva bisogno di assistenza ospedaliera, avrebbe dato in escandescenze. Viene chiamato per calmare l'uomo, un 56enne italiano che si scoprirà essere invalido al 100 per cento e in cura presso il Cps di Monza per disturbi del comportamento, il dottore della direzione medica di presidio, figura formata anche per le relazioni con i famigliari, per illustrare la situazione. Il medico, dunque, spiega al figlio i motivi della decisione del collega che ha la paziente in carico, che la donna non può ancora essere dimessa. Ma a un certo punto, i toni si accendono, l'uomo si infervora e comincia ad alzare la voce e ad aggredire verbalmente il dottore.

«Inspiegabilmente - prosegue Belleri - questa persona ha avuto una reazione spropositata e davvero al di là di ogni possibile previsione. Non c'è stato neppure il tempo di far nulla» riferisce il direttore generale. La rabbia prende il sopravvento e all'improvviso l'uomo atterra il medico con un pugno, poi gli salta sopra con tutto il peso frantumandogli il femore in tre punti. A quel punto il personale sanitario del reparto interviene per fermare l'uomo che sembra avere tutte le intenzioni di continuare a infierire sul medico a terra. Vengono chiamati anche i carabinieri, che lo bloccano. Nella mattinata di ieri erano state avviate le procedure per l'applicazione del Tso e, d'intesa con la Procura, la valutazione dell'applicazione di idonee misure cautelari e di sicurezza.

Immediata la reazione dell'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso: «Quello che è accaduto al medico dell'ospedale Policlinico di Milano, aggredito dal parente di una paziente, è intollerabile. L'ho sentito questa mattina e gli ho espresso la solidarietà mia e di tutta Regione Lombardia, con la promessa che farò di tutto affinché questi episodi non si ripetano più. Oggi stesso incontrerò a Roma il ministro della Salute, Orazio Schillaci, al quale ribadirò la necessità di garantire sicurezza al nostro personale sanitario». Secondo la Fp Cgil di Milano in media ogni anno in Italia si registrano 1.200 aggressioni ai danni di personale sanitario.

Al Policlinico è stato riattivato un presidio di polizia nel pronto soccorso, attivo dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20, così a Milano anche l'ospedale Niguarda, che si è dotato anche di un servizio di guardie giurate interne, il San Paolo, il San Carlo, il Sacco e San Raffaele.

Presidi considerati insufficienti dal presidente dell'Ordine provinciale dei Medici di Milano Roberto Rossi: «I presidi di sicurezza nelle strutture sanitarie vanno migliorati. È ora che ogni azienda si doti anche di un servizio d'ordine personale privato».

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