Case non assicurate, è allarme. Solo il 6% protetto dal maltempo

Farina (Ania): "Subito un'alleanza pubblico-privato. Più assicurazioni sui rischi climatici"

Case non assicurate, è allarme. Solo il 6% protetto dal maltempo
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Non si può demandare all'iniziativa dello Stato e alla maggiore o minore efficienza delle classi politiche la tutela della proprietà privata, soprattutto quando le alluvioni - come quella che si è verificata in Emilia Romagna - minacciano imprese, terreni agricoli e abitazioni. Ecco perché il governo ha rilanciato l'idea di introdurre progressivamente un'assicurazione obbligatoria sulla casa per i danni da maltempo e gli eventi sismici. Lo ha fatto ieri il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, intervenendo a Roma all'High-Level Insurance Conference dell'Ania (la Confindustria delle assicurazioni) dedicata, appunto, agli eventi catastrofali.

Secondo Musumeci, «è finito il tempo in cui lo Stato poteva erogare risorse per tutti e per sempre». Occorre ragionare nuovamente alla prospettiva di una polizza per le abitazioni private sugli eventi atmosferici. «Si fa presto a parlare di nuova patrimoniale sulla casa, immagino già le polemiche quando sarà affrontato il tema della polizza sulla casa, ma serve un cambio culturale», ha dichiarato aggiungendo che «per questo motivo il governo si è applicato già ad adottare una norma nella finanziaria 2024 per le polizze assicurative delle imprese, escluse quelle agricole: è un primo passo». La prospettiva è avviarsi gradualmente «all'obbligo per le famiglie di sottoscrivere una polizza assicurativa sulla casa contro le catastrofi naturali». Anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel messaggio inviato alla conferenza ha rimarcato come «programmi assicurativi pubblico-privati ben progettati possono aiutare ad attenuare le sfide sull'accessibilità per i titolari di polizze ad alto rischio» evidenziando come non si possa caricare quest'onere su governi «gravati dall'alto debito ereditato».

Il problema principale è legato proprio alla capacità delle compagnie di assorbire una domanda di protezione destinata comunque a crescere. Nel primo semestre 2024 le perdite globali, tra inondazioni, tempeste e terremoti, hanno raggiunto 120 miliardi di dollari, secondo i dati Munich Re citati dall'Ania, quasi raddoppiando la media decennale. Solo in Italia, i danni assicurati nel 2023 hanno superato i 6 miliardi di euro, un picco senza precedenti. Eppure, sono assicurate contro i rischi da terremoti e alluvioni solo il 6% delle abitazioni e il 5% delle imprese del Paese.

«La chiave sta nel ridurre le perdite potenziali facendo leva sui punti di forza del settore pubblico e di quello privato, vale a dire l'attuazione di misure di riduzione del rischio e il miglioramento della raccolta e della modellazione dei dati», ha sottolineato il presidente Ania, Maria Bianca Farina evidenziando che «come assicuratori italiani, crediamo fermamente che i programmi assicurativi pubblico-privati (Ppip) per i rischi naturali svolgano un ruolo fondamentale». Non esiste, ha spiegato, «un modello ideale, uguale per tutti, poiché le caratteristiche peculiari di ogni Paese, tra cui le dimensioni del mercato assicurativo e l'esposizione ai rischi sono tutti fattori critici che influiscono sulla configurazione di un Ppip per le catastrofi naturali».

La legge di Bilancio 2024 ha introdotto l'obbligo per le imprese di stipulare contratti assicurativi per danni da eventi catastrofali. Manca il decreto attuativo denominato «CatNat» (dalla crasi di «catastrofi naturali») che dovrebbe dare il via al nuovo regime dal 2025. Il testo, secondo le ultime bozze, prevede una garanzia per gli assicuratori erogata da Sace di 5 miliardi all'anno per il 2024, 2025 e 2026. L'idea sarebbe quella di mutuare una soluzione analoga anche se il calcolo di una polizza assicurativa sulla casa risente di numerose variabili che incide sulle tariffe.

L'obbligo di copertura è in vigore in Turchia, mentre in Francia e Spagna queste polizze devono essere accese se si ottiene un mutuo. In Giappone, altro Paese a forte rischio sismico, sono volontarie ma deducibili integralmente dalle tasse.

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