Sui grillini il boomerang della trasparenza

Sui grillini il boomerang della trasparenza

Chi di trasparenza ferisce di trasparenza perisce. È un boomerang. E ora lo hanno capito anche i Cinque Stelle. Il mito del «facciamo vedere tutto ai cittadini», «portiamo la gente nelle stanze del potere» si è sfarinato a colpi di chat. La «casa di vetro» gli è crollata in testa. È il grillismo che si suicida a colpi di grillismo, con le armi che ha contribuito a creare, con i virus coi quali da anni intossica il clima della discussione pubblica: gli sputtanatori seriali sono stati sputtanati.

Le chat pubblicate da il Tempo tra Virginia Raggi e il suo cerchio magico sono un plastico esempio di come sia pelosa la morale dei moralizzatori pentastellati. Dopo aver profetizzato una democrazia nel nome della trasparenza, non appena si va a sbirciare tra le loro conversazioni private saltano fuori complotti, faide e intrighi di corte degni dei Borgia. La sindaca risulta spaesata, contesa da una cricca di avventurieri che cercano di influenzare le sue scelte e, contemporaneamente, eterodiretta da Beppe Grillo e dal direttorio del Movimento. Un teatro dei pupi in cui tutti cercano di tirare i fili. Il problema è che ognuno ci riesce e lei, come un sughero in balìa delle correnti marine, va un po' verso l'avvocato Sammarco, un po' verso Marra, un po' verso Frongia finché non la rimorchiano dalle parti della Casaleggio.

Se non fosse il sindaco della Capitale farebbe tenerezza, Virginia. Crolla durante un colloquio con l'avvocato, vede nemici ovunque, va a parlare sui tetti per timore di essere ascoltata, non può nemmeno decidere con chi cenare senza essere passata da «quelli della comunicazione», che poi sarebbero Rocco Casalino e il suo staff, perché il sindaco di Roma è al guinzaglio pure dell'ex gieffino, ora dominus di tutte le uscite pubbliche dei Cinque Stelle. Le cronache delle chattate della Raggi sembrano il diario disperato di un sindaco sotto sequestro, controllata a vista dai «quattro amici al bar» e manipolata da molti nemici interni al Movimento. Lo sfacelo di Roma è sotto gli occhi di tutti, ma ora è anche evidente quello che c'è dietro: il nulla.

Ai posti di comando non c'è nessuno. La Capitale va alla deriva mentre il comandante, i sottufficiali e i mozzi si azzuffano sul ponte. Sotto il bel visino di Virginia compaiono il grugno di Grillo, dei suoi maggiorenti e di qualche maneggione che cerca di portare via gli ultimi resti di una Capitale già saccheggiata politicamente e fisicamente.

Ora i grillini faranno di tutto per scaricare la colpa sulla giovane sindaca, per dire che la colpa è solo sua, che non è stata all'altezza della situazione, che si è fatta irretire da qualche trafficone di palazzo. Ma la verità è che il grillismo è questo. Ora, grazie alle chat, i cittadini hanno visto veramente quello che succede nelle stanze del potere. E non è un bello spettacolo. Cali il sipario. Sui grillini.

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