Il luogotenente di Giorgia Meloni a Bruxelles non si sbilancia su un suo possibile ruolo nel nuovo esecutivo. "Faccio parte di una squadra e sosterrò qualsiasi decisione verrà presa", si limita a dire Raffaele Fitto, il cui nome è comparso più volte in questi giorni sulle pagine dei giornali accanto alla casella degli Affari Europei. Intanto l’ex governatore della Regione Puglia, europarlamentare dal 2014 e co-presidente del gruppo europeo dei Conservatori e Riformisti, è stato rieletto alla Camera dei Deputati. E a meno di una settimana da voto è tornato a Roma per partecipare all’evento organizzato da Nazione Futura che riunisce nella Capitale i conservatori italiani ed europei.
Sul tetto al prezzo del gas Berlino ha scelto di andare per la sua strada mettendo in campo uno scudo da 200 miliardi di euro per frenare l’aumento dei prezzi. Il price cap europeo si allontana?
"Bisogna provare a farlo. Sull’energia c’è un interesse comune in Europa. Dobbiamo evitare che ci siano interessi nazionali prevalenti che mettano in discussione quello europeo. È una partita sulla quale vanno fatti meno slogan e più lavoro nei luoghi e nelle sedi competenti. È condivisibile la posizione del presidente Draghi che ha sottolineato come la Germania abbia fatto una scelta non condivisibile e che bisogna muoversi insieme, così come ha rimarcato in una nota altrettanto chiara anche Giorgia Meloni".
A Bruxelles però ancora non si trova una quadra…
"Vediamo di capire bene quale sarà l’esito della successiva riunione informale dei capi di Stato e di governo. La nostra posizione è chiara ed è quella di un sostegno pieno al tetto sul prezzo del gas, che o è europeo o non è. È un momento molto difficile, l’Europa deve dimostrare di essere Europa e quindi che non prevalgano gli egoismi nazionali. Non quelli di cui si parlava in campagna elettorale in modo strumentale ma quelli reali. Sicuramente la decisione di ieri della Germania non ci rasserena".
Se continuasse lo stallo quale potrebbe essere la soluzione all’emergenza?
"Dobbiamo parlare con la Commissione europea, ci sono risorse importanti non utilizzate della vecchia programmazione di coesione. Quando ci fu l’emergenza Covid si fece la stessa cosa, quindi dobbiamo ragionare prima su tutte le risorse disponibili da poter utilizzare in questo senso. Oggi queste risorse rischiamo di perderle perché siamo alla fine della programmazione europea, quindi dobbiamo lavorare perché questo avvenga. Lo scostamento di bilancio per un Paese che ha un debito pubblico come il nostro non è una passeggiata di salute. Bisogna stare molto attenti. La nostra posizione è che bisogna evitarlo in tutti i modi".
Oggi qui ci sono anche esponenti del partito di Orban, che ha un’opinione molto diversa dalla vostra sulle sanzioni e sull’atteggiamento da tenere con la Russia. Quali sono gli alleati di FdI in Europa?
"Il partito del premier Viktor Orban, Fidesz, in Europa faceva parte del Ppe e ora è nel gruppo dei non iscritti. Ovviamente ci confrontiamo anche con loro, ma vorrei ricordare come siamo stati noi nel dicembre scorso ad evitare con convinzione la nascita di un gruppo unico per difendere e mantenere le posizioni dei conservatori. Siamo una famiglia che ha le sue idee e le sue posizioni. Ci confrontiamo con tutti ma noi parliamo con i partiti che sono dentro il nostro gruppo".
È vero che ci sarebbero dei veti internazionali sul ritorno di Matteo Salvini al Viminale?
"Non entro proprio nel merito della domanda perché sono questioni costruite ad arte e senza alcun riscontro. Nella gestione di questa fase c’è grande senso di responsabilità. Sono passati quattro giorni dal risultato del voto, ancora non conosciamo chi sono e quanti sono i parlamentari totali: in assenza di notizie e indiscrezioni vere vengono raccontate cose campate in aria per riempire le pagine dei giornali. Giorgia Meloni sta lavorando con serietà in questi giorni alla costruzione del governo. Non trapela nulla e il fatto che non trapeli nulla lascia libera interpretazione".
A proposito, lei sarebbe disponibile a tornare a Roma, magari per fare il ministro?
"Io sono copresidente del gruppo europeo Ecr. Mi sono candidato come richiesto dal partito alle elezioni politiche, ma il mio ruolo è inserito in una squadra. Nel momento in cui Giorgia Meloni avrà l’incarico di formare il governo farà lei le sue valutazioni con il presidente della Repubblica, come prevede la nostra Costituzione. Sono tutti passaggi nei quali il mio ruolo è assolutamente marginale, ma sono pronto a sostenere qualsiasi decisione".
Dopo il risultato del voto italiano i conservatori avranno un peso maggiore in Europa?
"Sicuramente tutti i partiti conservatori in Europa
stanno crescendo, questo è un fatto molto positivo che andrà però concretizzato alle prossime elezioni europee. In quel parlamento se questi numeri saranno gli stessi del 2024 sicuramente gli equilibri cambieranno molto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.