"Suoi quei detriti". Multa da 617 euro per l'alluvionato

La natura è cieca, la burocrazia ci vede benissimo. Un cittadino di un paese del Ravennate ha ricevuto una multa da 617 euro per non aver raccolto i detriti dell'alluvione che ha falcidiato l'Emilia-Romagna lo scorso maggio

"Suoi quei detriti". Multa da 617 euro per l'alluvionato
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La natura è cieca, la burocrazia ci vede benissimo. Un cittadino di un paese del Ravennate ha ricevuto una multa da 617 euro per non aver raccolto i detriti dell'alluvione che ha falcidiato l'Emilia-Romagna lo scorso maggio, considerati «rifiuti abbandonati sul suolo stradale». Un verbale da 617 euro «da pagare entro 30 giorni» dallo scorso 17 agosto, cosa che il malcapitato cittadino di Castel Bolognese non ha alcuna intenzione di fare.

La storia raccontata da Antonio Amorosi su Affaritaliani.it ha dell'incredibile. La colpa di Andrea M. - nome di fantasia che ha anche fatto pubblicare il proprio verbale della sanzione - sarebbe quella di non aver raccolto i «suoi» rifiuti accatastati in strada. Suoi perché, secondo lo stesso verbale dentro uno dei sacchi rinvenuti assieme a detriti, lastre e cartone «veniva rinvenuta documentazione cartacea, inequivocabilmente riconducibile al sig. Andrea M».

Insomma, basta un pezzo di carta per addebitare a un singolo cittadino (che nel frattempo ha dovuto cambiare casa e scuola al figlio) tutti i rifiuti del quartiere, rivenuti in una zona diventata una discarica a cielo aperto. La beffa è che, in linea teorica, l'alluvionato stangato dalla burocrazia potrebbe anche produrre «documentazione difensiva» da far pervenire al presidente della Provincia di Ravenna. «Ho scritto loro e ho scoperto che altre persone hanno ricevuto lo stesso regalino», dice lo sfortunato ravennate che ovviamente non ha intenzione di pagare: «Dopo questa con me le istituzioni hanno chiuso», dice ad Affaritaliani.it.

Nel frattempo il Pd si indigna per «l'uso strumentale e politico» della polemica sui fondi per l'alluvione, proprio nel giorno in cui il governatore Stefano Bonaccini si lamenta con il governo e con il generale Francesco Paolo Figliuolo (commissario straordinario alla ricostruzione). L'altro giorno l'ex segretario Pd, che a lungo aveva accarezzato l'idea di rivestire il ruolo del militare e che ancora confida nel terzo mandato da presidente («Con Pd e centrosinistra valuteremo se sono ancora utile in qualche ruolo e in qualche luogo», si è lasciato scappare qualche giorno fa), aveva avvertito anche Palazzo Chigi: «Io a Giorgia Meloni gliel'ho detto, quando disse che l'Emilia Romagna è la locomotiva d'Italia. Se si ferma la Regione col più alto indice di export, si ferma anche il resto del Paese».

Il commissario Ue Paolo Gentiloni ha già promesso al governo l'accesso al Fondo di solidarietà europeo.

Se da un lato gli interventi per riaprire le strade, ripristinare gli argini e riparare gli edifici pubblici procedono speditamente, secondo Bonaccini invece «i soldi per rimborsare chi ha subito i danni, siano famiglie, cittadini o imprese, continuano a mancare».

Meno male che a raccattare due spicci ci pensa la burocrazia.

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