Al congresso la sala è deserta. I montiani sono alla frutta. I lavori dovevano cominciare alle 10, ma si capisce subito da qualche selfie pubblicato sul facebook che il primo congresso di Scelta Civica servirà a celebrare il funerale dei prof in loden che si erano presi il governo nel 2012. Lo strappo dei transfughi che sono entrati nel Pd ha lasciato segni profondi. Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia, tra i sopravvissuti al terremoto di Scelta Civica grida alla congiura: "Ovvio che, visto come si è comportato il segretario democratico, sarà d’obbligo un chiarimento. Sia ben chiaro. Poichè siamo noi vittime, il pallino ce l’hanno loro. Mi aspetto che siano i democratici a venirci a spiegare qual è la loro idea. Certo è che se continueranno in futuro a telefonare ai nostri deputatati a uno a uno per traslocarli al Partito democratico, sarà difficile la collaborazione con noi. In base a ciò che ci diranno, vedremo. Ma se manco si faranno sentire, rimarremo sulle cose da fare al governo, ma con un grado di collaborazione inevitabilmente mutato. Ci riserveremo di non votare ciò che non ci piacerà". Una dichiarazione di guerra che potrebbe agitare le acque della maggioranza che al Senato ha numeri ballerini da far tremare lo stesso Renzi. Quello che va in scena a Roma è un congresso che certifica il fallimento del progetto politico di Monti e apre scenari di guerra dentro un partitino che ha bruciato ogni ragione d'esistere.
Il Loden adesso si è strappato davvero. Mario Monti è rimasto solo. È bastato un anno e mezzo per far saltare il progetto montiano. Il primo ad abbandonare la barca è stato proprio il Prof. E proprio da Monti arriva una "benedizione" alla diapsora di Scelta Civica che è approdata nel Pd: "Rispetto la decisione di chi oggi lascia". La storia di Scelta Civica è piena di segnali funesti che l'avrebbero portata poi all'inevitabile scomparsa. L'avventura comincia nel dicembre 2012. Dopo essere stato sfiduciato da Forza Italia, il Loden che si era convinto di aver "salvato l'Italia" fonda un nuovo partito insieme ad Italia Futura di Luca di Montezemolo, Andrea Riccardi, Andrea Olivero e Lorenzo Dellai. Pronti via, il Prof raccoglie circatre milioni di voti alla Camera e altri tre al Senato. Ma l'alleanza con Casini e Fini non è certo garanzia di successo.
Puntualmente da lì inizia la parabola discendente di Monti. I primi a mollare il Prof sono Montezemolo e Riccardi. Monti sbotta: "Troppi dissidi, così non va". A questo punto manca poco alla sua uscita di scena dalla creatura politica che lui stesso aveva fondato. Subito dopo, il suo successore Alberto Bombassei taglia immediatamente l'alleanza con Casini. Lo stesso giorno il Prof molla il partito. Tutto questo avviene nel novembre del 2013. Cirac un mese dopo altra scissione. Lorenzo Dellai e altri dieci confluiscono alla Camera nel nuovo gruppo Per l'Italia. Puntuale arriva la conversione del nome "Scelta Civica" in "Sciolta Civica".
E in effetti quella frattura non sarà mai più ricomposta. Il colpo di grazia arriva alle europee del maggio 2014: Sc si ferma allo 0,8 per cento. Di fatto i montiani non esistono più. Al congresso molto probabilmente verrà eletto segretario Enrico Zanetti. Ma la guerra interna continua. E volano insulti agli "scissionisti": "Se ne sono andati dopo aver fatto di tutto per frenare Scelta Civica. Se ne vanno per qualche poltroncina o qualche sediolina".
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