"Sviluppo e riforme". Visco spiega Draghi

Bankitalia sostiene il nuovo esecutivo e pone l'accento su investimenti e Pil

"Sviluppo e riforme". Visco spiega Draghi

Il nome di Mario Draghi non viene mai citato. Ma le parole del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ieri al convegno Assiom Forex, si possono interpretare come un silenzioso endorsement a quello che sarà il programma di governo del proprio predecessore. Lo si comprende partendo dalla conclusione del discorso. «Straordinari interventi di ristoro sono stati la risposta necessaria ad affrontare i momenti più gravi della crisi», ha detto Visco precisando che «superata l'emergenza, le misure volte ad alleviare le difficoltà di chi è più colpito dovranno costituire un ponte verso la realizzazione di riforme e investimenti che consentano di ritrovare la via dello sviluppo da troppo tempo smarrita».

Che cos'è tutto questo se non lo schema di lavoro che Mario Draghi dovrebbe seguire? Ecco perché Visco non ha avuto bisogno di nominarlo, essendo stato al suo fianco nei sei anni durante i quali era alla guida di Via Nazionale. Un altro indizio del sostegno all'ex presidente Bce è dato dall'appello alle larghe intese. Il Paese, ha affermato, «deve ora trovare la coesione necessaria per riprendere la via dello sviluppo, sfruttando l'opportunità offerta dall'Unione europea e affrontando i problemi strutturali che lo frenano». Di qui la scelta del governatore di elencare problematiche congiunturali e strategie per affrontarle. La Banca d'Italia prefigura «una ripresa dell'attività produttiva dalla primavera», soprattutto se l'epidemia dovesse attenuarsi. «Un recupero deciso dell'economia» richiede, però, «che si riattivino consistenti decisioni di investimento; sono importanti a tal fine i benefici che possono derivare da una rapida e piena attuazione» degli interventi finanziati con il Recovery

Insomma, servono investimenti e non sussidi. «La necessità di garantire protezione ai lavoratori e di scongiurare l'uscita dal mercato di imprese sane dovrà essere conciliata con l'esigenza di non impedire il fisiologico processo di riallocazione delle risorse verso le imprese e i settori con le migliori opportunità di crescita, indispensabile per favorire quei guadagni di efficienza fondamentali per alimentare lo sviluppo economico», ha sottolineato il numero uno di Palazzo Koch di fatto acconsentendo a un progressivo «allentamento» del divieto di licenziamento, ma soprattutto a una ridefinizione degli ammortizzatori e del sistema di istruzione e formazione. Altrettanto fondamentale sarà la riforma previdenziale, orientandola «verso un prolungamento dell'attività lavorativa» e verso la maggiore partecipazione al lavoro di giovani e donne, rimasti «ai margini dell'attività produttiva».

Visco, come Draghi, ha formalmente chiuso l'epoca di reddito di cittadinanza e di quota 100, tanto per essere più espliciti e, soprattutto, ha ribadito che «non è possibile tuttavia coltivare l'illusione che il debito pubblico possa aumentare indefinitamente». Le politiche di bilancio, ha proseguito, devono porsi con chiarezza l'obiettivo di medio termine di ricondurne l'incidenza sul Pil su una traiettoria discendente». In modo da ridare fiducia ai mercati favorendo il calo dello spread.

Al convegno Assiom Forex, svoltosi in videoconferenza, è stata confermato l'appoggio a Mario Draghi anche da parte di Confindustria. «Mi auguro che il governo si formi il prima possibile, considerando che i mercati e gli italiani gli hanno già concesso la fiducia», ha commentato il vicepresidente Emanuele Orsini.

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