La svolta sui flussi. Tajani sigla l'intesa: "Tunisi ci invierà 4mila lavoratori"

Operazione della Farnesina per aumentare gli immigrati regolari: "Accoglieremo addetti già formati e al di fuori del click day". Il caso dei finanziamenti del Fmi.

La svolta sui flussi. Tajani sigla l'intesa: "Tunisi ci invierà 4mila lavoratori"

«Stiamo perfezionando un accordo per formare quattromila cittadini tunisini direttamente in Tunisia, da portare poi in Italia con posti di lavoro e visti di lavoro già concordati. È il primo Paese con cui stiamo realizzando questo progetto di formazione».

Si discute da tempo della necessità di aprire le porte a lavoratori già formati e pronti al lavoro mediante la creazione di canali regolari con i Paesi africani. Un cambio di paradigma che il governo vuole inserire, laddove si presentano le condizioni, all'interno dei negoziati bilaterali internazionali. Un esempio è quello dell'accordo stipulato ieri da Antonio Tajani che alla Farnesina ha incontrato il ministro degli Esteri tunisino, Nabil Ammar.

«Italia e Tunisia stanno lavorando a un accordo per fare arrivare nel nostro Paese quattromila lavoratori tunisini» annuncia Tajani. La Tunisia è il primo Paese con cui stiamo realizzando questo progetto fuori dal click day, la procedura per fare richiesta di lavoro in Italia per gli stranieri. C'è un accordo tra i due Paesi per la formazione e l'immediato arrivo con visto al fine di creare le condizioni per lavorare direttamente in Italia. Questo è il primo accordo che facciamo a livello internazionale, è un fatto già molto importante» annuncia l'ex presidente del Parlamento europeo.

Il progetto prevede di impiegare i lavoratori tunisini in Italia per la realizzazione di progetti infrastrutturali da finanziare mediante risorse del Pnrr. L'idea all'esame è quella di un accordo valido per un massimo di tre anni, aperto a tutte le aziende italiane che operano attraverso il Piano di Ripresa e Resilienza. Un protocollo che potrebbe costituire un modello di accordo agile da replicare anche con altri Paesi. E che naturalmente prevede l'impegno dei due Paesi ad intensificare la cooperazione nel contrasto alle migrazioni irregolari, al traffico di esseri umani e alle organizzazioni criminali di esso responsabili.

«Il governo continuerà a impegnarsi per la stabilità politica ed economica della Tunisia. Vogliamo rafforzare la cooperazione nel settore migratorio: controllo frontiere, lotta ai trafficanti e rimpatri. Lavoriamo per sbloccare il negoziato con il Fondo Monetario Internazionale» continua Tajani. «Bisogna aiutare questo paese da un punto di vista politico, per far sì che l'Fmi cominci ad erogare quanto prima i fondi previsti, la nostra proposta è stata molto chiara. Cominciare a finanziare la Tunisia e consegnare dopo una prima tranche una seconda tranche con l'andare avanti delle riforme», aggiungendo che «non bisogna condizionare tutto alla conclusione del processo di riforme». E poi ancora sull'immigrazione: «I rimpatri dall'Italia di migranti giunti attraverso vie irregolari vanno avanti. Ci sono le lungaggini burocratiche, ma procediamo con i rimpatri. Lavoriamo anche per favorire la migrazione regolare. Credo che li ministro dell'Interno Matteo Piantedosi andrà presto a Tunisi».

Ammar, di fronte a queste aperture di credito, ringrazia l'Italia e promette di contrastare «il flagello delle migrazioni illegali». «Dobbiamo continuare a fare quanto stiamo facendo, ma in modo più approfondito. L'economia tunisina racchiude un notevole potenziale. Ci sono più di 900 aziende italiane attive sul nostro territorio: questo numero va aumentato. Contiamo molto sui partner italiani e non solo sul piano bilaterale». Ammar è consapevole che il controllo delle frontiere diventa fondamentale per l'interlocuzione con l'Europa.

«Siamo oggetto della stessa pressione a cui è sottoposta l'Italia, conosciamo bene il fenomeno e siamo pronti a collaborare con tutti i partner. La Tunisia ha una posizione risoluta conto i trafficanti di esseri umani».

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