Sulla riforma del fisco «mi sono impegnato personalmente». Il premier Giuseppe Conte conferma quello che nella maggioranza si dice da un po'. Le misure fiscali che saranno inserite nella prossima legge di Bilancio avranno in calce due firme. Quella del ministro dell'Economia, Roberto Guatieri, ma anche quella più pesante di Palazzo Chigi.
In un'intervista Conte ha sottolineato in particolare una delle misure già approvate, cioè il Cashback, «un rimborso del 10% su quanto si spende», con carte di credito e altre forme di pagamento tracciabile ad eccezione di quelli online, «fino a una spesa massima di 3.000 euro: più usi la carta e più guadagni».
A questo si dovrebbe aggiungere una nuova edizione del bonus Befana. Cioè un premio che Conte ha quantificato in 3.000 euro, erogato ogni sei mesi, destinato ai primi 100mila cittadini che utilizzeranno di più la carta «a prescindere dalla cifra spesa». In sostanza sarà premiato chi farà molti micropagamenti. Alcune versioni trapelate nei giorni scorsi dal ministero dell'Economia erano leggermente diverse, con premi di 1.000 euro per i primi 150mila consumatori che utilizzano carte.
Resta ferma la lotteria degli scontrini: 50 milioni in palio, sempre a beneficio di chi usala moneta elettronica. L'obiettivo è quello di limitare sempre più l'uso del contate e scoraggiare l'evasione fiscale sui consumi. Gli incentivi all'utilizzo della moneta elettronica saranno legati alla «App Io», cioè l'applicazione della Pubblica amministrazione.
Il governo cercherà di utilizzare fondi del Recovery fund per migliorare l'efficienza della lotta all'evasione, in versione sempre più tecnologica. Ad esempio il ricorso all'intelligenza artificiale per individuare contribuenti a rischio evasione. L'Agenzia delle Entrate ha già avviato sperimentazioni in questo senso in alcune regioni.
Il ministero dell'Economia è intanto impegnato a mettere a punto la riforma delle aliquote Irpef. Confermato l'assegno unico per le famiglie, mentre sulle aliquote dell'imposta sui redditi ancora non è stata scelta una ricetta. Nella maggioranza si scontrano ancora due partiti: chi vorrebbe ridurre il numero delle aliquote e chi, come il ministro Gualtieri, preferisce il meccanismo dell'aliquota continua.
Il nodo resta quello della copertura. Se l'intenzione è ancora quella di alleggerire il carico fiscale sui redditi medi, il costo della riforma non potrà essere inferiore ai 10 miliardi.
La novità è che sul fronte dei tagli alle «spese fiscali», cioè le agevolazioni, il governo è in alto mare. Difficile toccare vantaggi consolidati.
L'unica entrata certa sarebbe quella delle ecotasse studiate dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa, circa 2,9 miliardi che dovrebbero finanziare incentivi eco. Il dicastero dell'Economia da un lato vorrebbe fare cassa. Ma vorrebbe anche evitare la stangata, in particolare sul gasolio da autotrazione. Una misura impopolare. Ma anche una delle poche entrate certe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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