Schierato con il ministro Nordio sul concorso esterno. E vicino a Marina Berlusconi, che nel suo intervento sul Giornale denuncia una persecuzione da parte dei pm verso il padre Silvio Berlusconi anche dopo la sua scomparsa. Nell'obiettivo di una «damnatio memoriae», attacca la primogenita, in riferimento all'inchiesta della Procura di Firenze sui mandanti esterni alle stragi del 1993, per cui è indagato - ed è stata perquisita pochi giorni fa la sua abitazione - l'ex senatore Marcello Dell'Utri. È Forza Italia col suo neo segretario e ministro degli Esteri Antonio Tajani a parlare di «un accanimento» nel «tornare a dire sempre le stesse cose su mafia e collusioni». «Sciocchezze campate in aria», definisce le teorie secondo cui Fi «sarebbe nata perché faceva comodo alla lotta della mafia». E avverte che «strumentalizzare significa fare il gioco della mafia, cercare di indebolire un asse coeso contro la mafia».
Dopo la lettera al Giornale, Tajani spiega che «Marina Berlusconi fa bene a difendere la memoria di suo padre. Devo ricordare sia stato uno dei grandi protagonisti della lotta alla criminalità organizzata. Ora, costruire teoremi secondo i quali Forza Italia sarebbe nata con un legame con la mafia sarebbe una barzelletta. La nostra è la cultura della fermezza, sosteniamo le Forze dell'Ordine impegnate nella lotta alla criminalità organizzata». E ancora «la mafia ci fa schifo», dice, prima di ricordare che «nei gruppi parlamentari di Fi ci sono due donne che sono figlie di vittime della mafia, Rita Dalla Chiesa e Caterina Chinnici».
Il vicepremier fissa poi la posizione del partito di maggioranza nei giorni delle polemiche contro il Guardasigilli per le sue dichiarazioni sul concorso esterno e sulla necessità di un intervento per tipizzare il «non reato». Che non fosse nel programma del governo Meloni era già stato chiarito dallo stesso Nordio che si era espresso più da giurista che da ministro pochi giorni fa nel corso della festa di Fratelli d'Italia a Roma. Lo scontro che ne è seguito ha costretto la premier a ribadire la sua fiducia nel Guardasigilli, ma anche a puntualizzare che l'esecutivo ha altre priorità. Stessa linea di Tajani, «non è una priorità», ma nel merito delle valutazioni sul concorso esterno il ministro chiarisce: «In linea di diritto secondo me Nordio ha ragione, da un punto di vista giuridico le parole di Nordio non devono essere interpretate come parole che vanno nella direzione di un indebolimento della lotta alla mafia. Vanno nella direzione di un rafforzamento della lotta alla mafia. Ma non è questo il tempo per affrontare questa questione». Insomma, meglio proseguire oltre. Del resto c'è già da fare sulla contestata riforma della giustizia che sta per approdare al Senato e su cui potrebbero essere necessari, dopo un confronto con il Quirinale, dei bilanciamenti sull'abolizione del reato di abuso d'ufficio. «Un conto è il contenuto, un altro le priorità politiche.
Tra queste non c'è l'associazione esterna, ma per Forza Italia la riforma della giustizia penale e civile - dice - La riforma con la separazione delle carriere non è contro i magistrati. La riforma va nella direzione di rafforzare il giudice».
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