Il caldo, le celle sovraffollate, le proteste che diventano rivolte, le fughe, il suicidio numero 60 in carcere dall'inizio dell'anno. Forza Italia non vuole stare a guardare e firma un protocollo d'intesa con i radicali, da sempre molto impegnati su questo fronte, per affrontare una situazione che il vicepremier e segretario azzurro Antonio Tajani, definisce «allarmante». Sarà lui il primo a visitare la Casa di reclusione di Paliano, in provincia di Frosinone e seguiranno molti altri parlamentari nei diversi penitenziari. Sono state studiate poi attività di sostegno delle comunità di recupero dei tossicodipendenti e azioni per accelerare il rinnovo del contratto collettivo degli agenti della polizia penitenziaria. Su una cosa gli azzurri, però, non sono d'accordo con i radicali, rappresentati alla conferenza stampa nella sede romana del partito da Maurizio Turco e Irene Testa. «Non abbiamo mai parlato di amnistia -scandisce Tajani-, è una posizione del partito radicale, non del governo né di Fi. Non è nel programma di governo, non l'abbiamo chiesta nel documento, si tratta di una serie di iniziative che non riguardano l'attività legislativa». Il ministro degli Esteri precisa, dunque, di essere in linea con il titolare della Giustizia e di non volere provvedimenti «svuota-carceri» e sconti di pena, come quelli previsti dal ddl del renziano Roberto Giachetti. Al suo fianco siedono il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, il capogruppo azzurro in commissione Giustizia al Senato Pierantonio Zanettin e il vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera Pietro Pittalis, dunque il messaggio è chiaro.
«Non bisogna confondere - dice Tajani- la situazione carceraria con il diritto penale e preoccuparsi della situazione nelle carceri non significa essere dei lassisti o ridurre le pene per i reati». Per lui, si risolve il problema «migliorando le condizioni di vita negli istituti, con un trattamento dignitoso per chi è detenuto e per chi opera nella polizia penitenziaria». La questione è, innanzitutto, strutturale perché, dice il vicepremier, «gli edifici carcerari italiani sono obsoleti e pertanto si rende difficile il rispetto dei diritti del detenuto, ma se è giusta l'esecuzione della pena, il carcere non deve peggiorare la situazione di chi vi sta dentro, quanto piuttosto garantire una funzione rieducativa». Il monitoraggio delle carceri partirà subito, con visite di parlamentari e consiglieri regionali di Fi e del partito radicale, che incontreranno detenuti, agenti, operatori, volontari. Un problema è anche quello della carenza di organico della polizia penitenziaria e Tajani spiega che solleciterà il ministro azzurro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale della polizia penitenziaria. Fanno al leader azzurro anche una domanda sull'election day per il prossimo voto in tre regioni, a cominciare dalla Liguria dopo le dimissioni del governatore indagato Giovanni Toti.
«Sono le regioni che decidono - ricorda Tajani-, bisogna trovare una soluzione fra le regioni e poi vedere se si può fare un decreto del governo che possa fissare in un solo giorno, cosa preferibile, il voto in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna».
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