
C'è una «differenza» tra un «partito serio» e un «partito quaquaraqua». A sottolinearlo è il vicepremier Antonio Tajani, mentre interviene all'evento azzurro «Forza Europa, giovani per la libertà verso il futuro», a Milano. Il centrodestra è unito. Ma il segretario di Fi rivendica comunque quella che ritiene una specificità azzurra: «I partiti seri sono quelli che studiano, approfondiscono e poi parlano e decidono, fanno quello che dicono, e non rinnegano quello che dicono senza cambiare idea».
Si riferisce ai populisti. E le opposizioni provano anche a incalzare, sfruttando le presunte divisioni interne al centrodestra, ma trovano la porta chiusa: il governo si ricompatta, non traballa. «Poverini... si illudono. Stiano tranquilli, il governo andrà avanti» ha continuato il vicepremier e ministro degli Esteri. L'iniziativa, a cui hanno partecipato tanti ragazzi, è «nata su suggerimento di Marina Berlusconi», così come sottolineato l'europarlamentare Letizia Moratti, che ha invitato anche il coach Dan Peterson per motivare la platea.
Il pretesto per il centrosinistra è l'intervista a Repubblica del vicesegretario leghista Claudio Durigon, convinto che Matteo Salvini abbia tutto il diritto di parlare con Jd Vance e che Tajani, trovandosi in una situazione «difficile», dovrebbe farsi aiutare sulla politica estera dal Carroccio, che può essere utile visti i rapporti con Trump. «Quando ho letto queste dichiarazioni non ci potevo credere - ha attaccato la segreteria Pd Elly Schlein - La Lega sfiducia il ministro degli Esteri dopo che qualche giorno fa aveva già commissariato Giorgia Meloni dicendo che non aveva mandato per andare ad approvare le proposte di riarmo a Bruxelles. È chiaro che il governo non sta più in piedi». Secondo i capigruppo dem Chiara Braga e Francesco Boccia «se ognuno va per conto suo, non possono governare». E anche per il deputato di Avs Angelo Bonelli «la Lega ha sfiduciato Tajani». Accuse che il segretario azzurro ha rimandato al mittente: «Tutti hanno bisogno di farsi aiutare, anche io. Ma non mi sento in difficoltà» ha puntualizzato Tajani, levandosi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti dei leghisti citando cripticamente anche Dante: «A volte ci attaccano anche aspramente, non ragioniam di lor ma guarda e passa. Noi non pronunciamo mai parole contro i nostri alleati, siamo leali sempre e comunque, anche se a volte siamo molto distanti. Non sarà mai Forza Italia a creare problemi alla coalizione». Ad ogni modo «non ho sentito Salvini» ma «non c'è alcun problema all'interno della maggioranza. Siamo forze politiche diverse, noi siamo europeisti».
A spegnere le polemiche ci ha pensato il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa: «Schlein si preoccupi della sinistra, visto che non è in grado di compattare nemmeno il suo Pd». E comunque «maggioranza e governo sono solidi, con la Lega che fa da collante del centrodestra. Avanti uniti».
Ma i distinguo rimangono e non aiutano le parole del presidente del Ppe Manfred Weber, preoccupato dall'ammirazione di Salvini e dei Patrioti verso Trump. Ma tanto «sono fuori da ogni gioco politico a Bruxelles» ha ricordato Tajani, che ha invitato l'Ue alla prudenza sui dazi dopo l'allarme lanciato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.
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