Tajani replica all'invasione di Musk. "Con alcuni magistrati il problema c'è"

Il vicepremier: "Il suo linguaggio non mi appartiene. Però certe interferenze sono intollerabili, basta"

Tajani replica all'invasione di Musk. "Con alcuni magistrati il problema c'è"
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Nel day after dell'uscita di Elon Musk sui giudici italiani la linea dell'esecutivo Meloni è abbastanza netta: «Condividiamo il contenuto ma non la forma delle parole di Musk». Posizione che il ministro degli Esteri Antonio Tajani riassume bene: «Il linguaggio di Musk non mi appartiene, ma non deve interferire. Però esiste un problema con alcuni magistrati che stanno usando il potere giudiziario per andare ad occupare spazi del potere esecutivo, del potere legislativo. Questo è veramente inaccettabile, quindi ritengo che alcuni magistrati politicizzati debbano fare una riflessione profonda, sono anni che lo diciamo» precisa il leader di Forza Italia.

Il tweet di Musk ha aperto un caso politico, al punto che il capo dello Stato Sergio Mattarella è stato costretto a intervenire per chiudere la polemica. Il tema della magistratura politicizzata non l'ha inventato certamente il patron di X. È una piaga che accompagna il dibattito pubblico italiano dall'epoca di tangentopoli. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni non si lasciata tirare nello scontro (come sperava la sinistra) con il Quirinale. Dopo il messaggio del Colle Meloni ha disinnescato eventuali mine. Anche per non perdere di vista il cuore del problema: la guerra silenziosa che si è aperta con un pezzo della magistratura, quotidianamente impegnata a far saltare i provvedimenti del governo in materia di immigrazione. Il vicepremier Tajani avverte: «Noi non vogliamo interferenze della magistratura nell'attività dell'Esecutivo così come siamo contrari ad interferenze dell'Esecutivo nell'attività della magistratura: nella riforma sulla separazione delle carriere e nella riforma generale sulla giustizia non abbiamo mai pensato, per esempio, di avere magistrati di nomina governativa. Questo è quel che regola il rapporto tra i diversi poteri dello Stato il cui equilibrio è fondamentale per la democrazia del nostro Paese». La prossima settimana si aprirà infatti con l'esame finale della riforma sulla separazione delle carriere. È normale che la tensione sia destinata a salire. Dal fronte americano, Musk, dopo la bomba, si defila. E spinge avanti il suo braccio destro in Italia Andrea Stroppa che fa da portavoce al pensiero di Musk. Ma soprattutto allontana l'ipotesi di una visita imminente di Musk in Italia. In ogni caso le polemiche di questi giorni non hanno minimamente intaccato il legame tra Palazzo Chigi e la nuova amministrazione Usa. Legame che si rafforza con la presenza del fondatore di Tesla nella squadra di Donald Trump. «I contatti restano stretti e costanti», trapela dal fronte dell'esecutivo italiano. Sul piano interno però gli attacchi della sinistra (che si spacca anche su questo) non si fermano. Il boicottaggio di x non si ferma. «È bello essere in uno spazio libero. Mi appello a chi ama la democrazia: lasciate X del signor Musk che ha appena attaccato la magistratura italiana. La presidente Meloni è rimasta in silenzio. Solo il presidente Mattarella ha reagito all'interferenza americana: l'Italia sa badare a se stessa» - annuncia su Bluesky, Sandro Ruotolo, europarlamentare e componente della segreteria del Pd. Matteo Renzi critica Musk ma non lascia la piattaforma social: «Non ci penso nemmeno a uscire da X. Il fatto che Ruotolo sia uscito da X mi conferma che faccio bene a rimanerci». Senza rinunciare a rifilare una stilettata al governo: «Sono sovranisti al guinzaglio di un miliardario».

Dal fronte dell'esecutivo la ministra del Turismo Daniela Santanchè ribadisce: «Mi sembra che siano assolutamente condivisibili le parole del presidente della Repubblica. Sappiamo gestirci da soli, quindi ingerenze non ne vogliamo e io sono assolutamente in linea con quello che ha detto il presidente Mattarella».

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