Tipica storia italiana. L'altra sera al Pala Mandela di Firenze Eros Ramazzotti ha interrotto il proprio concerto perché una spettatrice si era sentita male nelle prime file davanti al palco. Nell'attesa di una parte di soccorritori, l'artista aveva fatto una battuta volante: «Siete arrivati dieci minuti in ritardo. Era già morta. Caz*o, siete in 18, che fate?». Il video dell'episodio è stato è stato diffuso da una fan su TikTok e ovviamente è diventato subito virale. Quando c'è da fare polemica, si sa, i social si fregano le mani e si scatenano. Poco dopo il concerto è ripreso e la fan, superato il malore, è tornata a godersi le canzoni.
Ovviamente non è finita lì. Il presidente del Comitato di Firenze della Croce Rossa, Lorenzo Andreoni, è subito intervenuto per sottolineare gli «atteggiamenti diffamatori» e il dispiacere che «Ramazzotti se la sia presa con i nostri volontari davanti a migliaia di persone». Ha scaricato la responsabilità del ritardo della «seconda squadra» sul servizio d'ordine dello staff di «Ramazzotti stesso». E poi si è riservato di valutare «come procedere nei confronti di Ramazzotti stesso». Insomma un caso nazionale.
Intanto c'è da ricordare che da sempre il cantante è molto attento al volontariato ed è attento in modo riservato, senza fare comunicati stampa o dichiarazioni roboanti. E poi, siamo chiari, in una situazione concitata come un concerto pop in un palasport, non sempre l'intonazione delle parole di chi sta sul palco è in linea con il galateo istituzionale. Spesso le battute possono sfuggire oppure possono «uscire male» oppure essere equivocate. Però la storia dell'artista e il suo carattere aiutano a darne il giusto peso.
Stavolta, come accade con ormai disastrosa frequenza, il volano social ha costruito un caso sul niente con i vertici regionali della Croce Rossa indignati e Ramazzotti disorientato dalle polemiche. Risultato: il suo manager, l'attento Gaetano Puglisi, è intervenuto per parlare con la Croce Rossa chiarendo che, come si legge sull'Ansa, «il video mostra senza nessuna possibilità di fraintendimento l'intento giocoso e ironico dell'artista atto solamente a confortare la signora in platea e a mettere i ragazzi di Cri nelle condizioni migliori per intervenire». Pronta e prevedibile la replica del presidente Andreoni («Accogliamo con sollievo il chiarimento da parte sua, con il quale ha specificato che non era affatto sua intenzione criticare l'operato dei volontari») e immediato invito a Firenze «per un saluto e una foto insieme ai nostri volontari». Pace fatta, tutto bene, bravi ma niente bis.
Al di là del fatto che - da Pink a Billie Eilish a Emma fino ai Maneskin - è sempre più comune interrompere i concerti per aiutare gli spettatori in difficoltà, forse servirebbero più cautela e più anticorpi al virus più contagioso e distorsivo dell'informazione di questi tempi, ossia i social network. Che Eros Ramazzotti non abbia studiato «ars oratoria» con Cicerone è abbastanza evidente.
Come è abbastanza chiaro che alcune esternazioni debbano comunque essere contestualizzate e, in questo caso, filtrate dalla inevitabile concitazione che attraversa un grande show musicale. Al di là delle polemica, chiusa, il caso di Firenze è un altro piccolo invito a prendersi meno sul serio (tutti) e limitare l'indignazione ai casi che realmente la meritano.
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