Tasse rinviate per le zone colpite dal maltempo. Rientra l'emergenza, ma è guerra a chi brucia

Legambiente: andata in fumo un'area verde pari a 73mila campi di calcio

Tasse rinviate per le zone colpite dal maltempo. Rientra l'emergenza, ma è guerra a chi brucia
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L'Italia spaccata dal meteo, con il Nord sferzato dai temporali, e il Sud piegato dalle altissime temperature e dagli incendi, è unita dalla volontà di rialzarsi. E un primo segnale ai cittadini l'ha voluto dare il governo: «Prorogheremo le scadenze contributive e tributarie nelle zone colpite dai roghi e dalle calamità naturali». A comunicarlo il viceministro all'Economia e alle Finanze, Maurizio Leo (foto), che ha precisato: «Una volta definite con precisione le aree interessate dagli straordinari eventi di questi giorni, preso atto che in molte zone persistono difficoltà nell'effettuare i versamenti tributari e contributivi in scadenza il 31 luglio, il governo consentirà alle imprese e ai cittadini residenti di regolarizzare i predetti obblighi». La situazione emergenziale sta rientrando un po' ovunque, ma restano tanti strascichi che saranno al centro di un incontro alle 11 di oggi a Palazzo d'Orléans, a Palermo, tra il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, per fare il punto sull'emergenza incendi. Subito dopo si recheranno nella sala operativa del Corpo forestale della Regione per incontrare il personale della Forestale, della Protezione civile regionale e dei vigili del fuoco. Dopo la Sicilia, che ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale e richiesto al governo nazionale il riconoscimento dello stato di emergenza per i roghi e l'eccezionale ondata di calore sull'isola, che ha registrato picchi di 45 e 47 gradi, anche la Giunta regionale pugliese ieri, in una riunione straordinaria, ha deliberato di richiedere alla presidenza del Consiglio dei ministri la proclamazione dello stato di emergenza per i territori della regione gravemente colpiti dagli incendi, dal Salento alla Murgia fino al Gargano. Sono ingenti i danni che hanno riguardato «il patrimonio boschivo e ambientale dice la Regione e ancora quello agricolo, gli insediamenti civili, rurali e le attività commerciali, mettendo in serio pericolo la vita delle persone».

Ci sono anche altri danni, come quelli indicati dall'Arpa, che nei giorni degli incendi a Palermo ha registrato alti valori di benzene e pm10. I dati disastrosi sono quelli diramati da Legambiente che parla di 51.386 ettari in fumo da gennaio, una superficie pari a 73.408 campi di calcio. Lo si legge nel report di Legambiente che oggi diffonde i dati che ha elaborato analizzando quelli satellitari Effis (European Forest Fire Information System), che monitorano solo gli incendi superiori ai 30 ettari di superficie interessata. La gran parte degli ettari andati in fumo, ben 41.365 (pari all'80%), è bruciata in Sicilia, seguita da Calabria, 7.390 ettari, Puglia 1.456 ettari e Abruzzo 284 ettari. Nella sola provincia di Palermo, negli ultimi tre giorni, sono stati percorsi dalle fiamme quasi 15mila ettari. «Il più delle volte dice Legambiente - si tratta di incendi dolosi appiccati da persone senza scrupoli che non guardano in faccia nessuno come ben evidenziano anche i dati dell'ultimo rapporto Ecomafia». A Enna i carabinieri hanno arrestato un piromane di 79 anni, colto sul fatto, ma, a parte singoli soggetti, dietro ai roghi appiccati in più punti c'è un disegno più alto.

«Siamo in un momento di enorme difficoltà con una tropicalizzazione del clima dovuta all'innalzamento delle temperature nel Mediterraneo». Ne è convinto il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. «Credo che non ci sia nessuna situazione di negazionismo. Il dibattito lasciamolo agli scienziati».

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