Non è più Parigi la città più cara al mondo, ma Tel Aviv, il centro finanziario israeliano, che nell'ultimo anno ha «spento» la Ville Lumière, scivolata al secondo posto insieme a Singapore, e ha detronizzato in un colpo solo anche Zurigo e Hong Kong, lo scorso anno prime a pari merito insieme alla capitale francese. Una rivoluzione geopolitica quella fotografata dal Worldwide Cost of Living, ovvero l'ultimo rapporto dell'Economist Intelligence Unit, la business unit del gruppo Economist che fornisce previsioni e servizi di consulenza economici attraverso ricerche ed analisi di mercato. Le città italiane non compaiono nella top ten dei luoghi in cui il costo della vita è più alto, ma neanche tra le prime 20. Anzi. Non si sa se essere contenti o meno, ma Roma risulta essere sempre meno cara (se non per la benzina), e registra il crollo maggiore in classifica. È scesa di ben 16 posizioni in un anno, piazzandosi dal 32° al 48° posto. I motivi, a detta del report dell'Economist, la diminuzione dei prezzi dell'abbigliamento e dei beni di prima necessità.
Ma non il costo della benzina. In questa speciale classifica la nostra capitale è tra le top ten, anzi, si piazza al settimo posto, dopo Hong Kong, Amsterdam, Oslo, Tel Aviv, Amburgo, Atene.
Se la nostra capitale ha avuto un crollo in picchiata, viceversa il balzo più grande ma all'insù, lo ha fatto Teheran, passata in 12 mesi dal 79° al 29° posto, grazie (o per colpa) dei prezzi decollati con le sanzioni statunitensi. Sulla bilancia per stilare la classifica, sono stati infatti inseriti costi e servizi di 173 Paesi: 40 in più rispetto a quelli presi in considerazione nell'ultima edizione. Con le variabili di questa pandemia che ha contribuito a far salire e scendere il costo della vita. «I problemi della catena di approvvigionamento hanno contribuito ai rincari, mentre il Covid e le restrizioni che comporta continuano a pesare sulla produzione e i commerci mondiali», si legge nel report. E se il report vede il primato di Tel Aviv nella «forza della moneta israeliana, lo shekel, rispetto al dollaro, poiché l'indice utilizza come base i prezzi di New York», proprio per questo tra le città più care, risultano anche New York, Ginevra, Copenhagen, Los Angeles e Osaka.
Fanalino di coda sono Damasco (Siria) e Tripoli (Libia).
«In generale, la parte alta della classifica resta dominata dalle città europee e da quelle asiatiche sviluppate, mentre quelle nordamericana e cinesi mantengono prezzi relativamente più bassi», precisa lo studio dell'Economist. In generale, comunque l'aumento dei prezzi rilevato è stato il più rapido degli ultimi 5 anni, pari al 3,5%, rispetto a quello dello scorso anno che arrivava appena all'1,9 per cento.
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