Che senso ha l'alta moda oggi? È la domanda del giorno tra gli addetti ai lavori dell'eleganza costretti a seguire il calendario della couture di Parigi da remoto. Mancano così quasi tutte le vie d'accesso sensoriale che ti permettono di distinguere tra un vero processo creativo e una montagna di parole. Armani aggira l'ostacolo offrendo a un ristretto gruppo di giornalisti la possibilità di sottoporsi al tampone prima di accedere nei meravigliosi saloni di Palazzo Orsini dove è stato girato il film (sette minuti di pura emozione) con cui ieri sera è stata presentata la collezione Privé sulla piattaforma della camera della moda francese. Titolo dell'opera: «Omaggio a Milano», la città più amata dallo stilista-imprenditore. Inevitabile aspettarsi che il punto di partenza cromatico sia una sinfonia di grigio e beige mentre per le forme ci si muova tra Gio Ponti e Portaluppi. Invece Re Giorgio fa un lavoro delicato e potente sul valore etico prima ed estetico poi di questa nostra capitale del Nord di un paese del sud. «Bisogna riconoscere che Milano può anche essere un'isola nel mondo, un luogo di pacatezza ed eleganza dove ha ancora senso pensare ai vestiti che piacciono davvero alle donne e che sono più sottili, raffinati e gentili di quanto il marketing modaiolo non preveda» dice infatti poco prima dell'emozionante tour che ci permette di fare tra i suoi tailleur pantalone con le sublimi giacche dai revers architettonicamente scolpiti nella crinolina per poi passare di meraviglia in meraviglia tra gli abiti da sera. Alcuni sono tempestati da innumerevoli fiorellini ricamati sul tulle evasione. In Francia li chiamano «fleur de rocaille» e a Milano nascono nelle crepe dell'asfalto e tra i mattoni delle mura spagnole. Ci sono molte variazioni sul tema del blu, il colore di «quel cielo di Lombardia così bello quando è bello». Esplode poi il rosso-tramonto di un fulminante vestito costruito attorno a una specie di rosa futurista. In mezzo c'è di tutto: dal gilet-collana al piccolo e seducente baschetto di velluto blu, dalle linee scivolate alle cascate di cristallo. Insomma per Armani il senso dell'alta moda oggi è mantenere il contatto con la bellezza, un'idea molto intima di stile. Per Pierpaolo Piccioli, autore della sua più bella collezione couture da quando è direttore creativo di Valentino, il senso dell'alta moda sta nel tempo impiegato per trasformare la materia in sogno e che nessuno alla fine può calcolare. Nasce così Code Temporale, un pazzesco progetto realizzato in collaborazione con Robert Del Naja dei Massive Attack, il musicista dietro cui probabilmente si cela Banksy, il più grande artista di strada del mondo. Oltre a firmare le musiche dello show girato nella Galleria Colonna, Del Naja ha fatto rileggere tre mesi di filmati sul making off della collezione da un'intelligenza artificiale. Venerdì potremo vedere questo lavoro d'arte mentre ieri, sulla passerella più bella che si possa immaginare, abbiamo visto cappe fatte da innumerevoli strisce di cashmere intrecciate a cestino, un corsetto che funge da apertura del cappotto, una lunga maglia fatta da innumerevoli budellini fatti a mano, la rete tecnica scolpita in un abito da sera, le stelle filanti trasformate in una pelliccia tutto d'oro: il normale che diventa fantastico in un modo così poco evidente da avere una forza dirompente. Invece per Maria Grazia Chiuri il senso di questa alta moda di Dior sta nel non sense di questa vita sospesa tra paura e terrore. Da qui un gesto già fatto a suo tempo da Monsieur Dior: consultare i tarocchi per fare attraverso l'antica arte divinatoria una specie di autoanalisi, un viaggio dentro se stessi. Peccato che su questa oscura e fascinosa materia s'innesti poi un bellissimo film di collezione girato da Matteo Garrone nel Castello di Sammezzano, già sfondo de «Lo cunto de li Cunti» e de «Le Mille e una notte» di Pasolini. Persi nella foresta di queste sognanti immagini d'autore, non si riesce a percepire la bellezza e la realtà dei vestiti. Ed è un peccato a dir poco mortale.
Diversissima, ma sublime la terza collezione couture di Schiaparelli disegnata dal giovane americano Daniel Roseberry ha il senso del non senso, qualcosa che solo «Alice nel Paese delle Meraviglie» oppure l'arte surrealista potrebbe spiegare. Incredibili a dir poco gli accessori tra cui un lucchetto che diventa borsetta e il cappuccio con la frangia di capelli in perline dorate.
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