Il presidente della Repubblica promulga ma protesta. E lo fa inviando una lettera a Giuseppe Conte per far presenti alcuni "aspetti di criticità" presenti nella la legge di conversione, con modificazioni, del decreto terremoto.
Sergio Mattarella ha rimesso "alla valutazione del governo l'individuazione dei modi e delle forme di un intervento normativo idoneo a ricondurre a maggiore efficacia, in tempi necessariamente brevi, la disciplina in questione". A finire nel mirino del Colle è appunto l'articolo 07, quello che contiene la "sanatoria" per le casette di legno costruite dai privati (con soldi propri) anche in zone che hanno limitazioni per le costruzioni. Le casette, dice il decretop, saranno considerate utilizzabili e non abbattibili finché le case originarie non verranno ricostruite.
"Non posso fare a meno di segnalare - ha scritto il Presidente nel suo messaggio - taluni aspetti di criticità dell'articolo 07 che, pur non costituendo una palese violazione della legittimità costituzionale, suscitano forti perplessità. Detto articolo sostituisce integralmente l'articolo 8-bis del DL n. 189 del 2016, relativo a interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016. La nuova previsione, in tema di 'Interventi eseguiti per immediate esigenze abitative', stabilisce al comma 1 che, nelle aree colpite dal terremoto e in deroga alla necessità della previa comunicazione all'amministrazione dell'avvio dei lavori, possono essere utilizzati, in sostituzione di immobili destinati ad abitazione principale e dichiarati inagibili, opere, manufatti leggeri, anche prefabbricati, e analoghe strutture, realizzati o acquistati nel periodo compreso tra il 24 agosto 2016 e la data di entrata in vigore della disposizione, purchè amovibili e diretti a soddisfare esigenze contingenti e meramente temporanee. Si prevede altresì l'obbligo di demolire o rimuovere dette opere nonchè di ripristinare lo stato dei luoghi entro novanta giorni dall'emanazione dell'ordinanza di agibilità dell'immobile distrutto o danneggiato".
Ma a impensierire il Colle è soprattutto il comma 2, quello che - di fatto - rende inapplicabile il decreto di sequestro della casetta di Nonna Peppina. "Il comma 2 - continua Mattarella - stabilisce poi l'inapplicabilità delle sanzioni penali di cui all'articolo 181 del codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. n. 42 del 2004), limitatamente al periodo di emergenza e comunque fino al novantesimo giorno dall'emanazione dell'ordinanza di agibilità dell'edificio distrutto o danneggiato. Infine, il comma 3 prevede che 'le ordinanze di demolizione e restituzione in pristino e le misure di sequestro preventivo emanate fino alla data di entrata in vigore della disposizione, per i lavori e le opere che rispettino le condizioni di cui al comma 1, sono inefficaci'". Per il Colle si tratta di una "inedita sospensione della punibilità" riferita solo alle sanzioni penali di cui all'art. 181 d.lgs. n. 42 del 2004 "mentre nulla si prevede in riferimento ad altre fattispecie (in materia di edilizia, urbanistica e tutela di aree protette) che sovente ricorrono nelle ipotesi di realizzazione di opere in assenza delle prescritte autorizzazioni in zone soggette a vincoli".
Non solo. Perché visto che il decreto prevede che la fase terminale dell'inapplicabilità della sanzione è il "novantesimo giorno dall'emanazione dell'ordinanza di agibilità dell'edificio distrutto o danneggiato", il Colle fa notare che "tale evento, tuttavia, potrebbe non verificarsi mai", nel caso - per esempio - la persona che costruisce una casetta di legno sul suo giardino ottenesse un'altra soluzione abitativa e non rimettesse a posto la propria.
Per Mattarella questo determina "di fatto, la protrazione della inapplicabilità sine die e il conseguente utilizzo perpetuo dell'immobile 'abusivo', che diverrebbe, in tal modo, una seconda abitazione. La disciplina andrebbe quindi opportunamente rivista al fine di escludere le conseguenze prima esposte". Proprio due giorni fa Nonna Peppina è stata ricoverata in ospedale. E lei non è ancora rientrata nella sua casetta.:
possibilita' di avere la sua casetta, povera Italia
Ma se anche si facessero la seconda casa oltretutto a spese loro, a chi danneggerebbero?
Visto che non sono un politico rompo il ghiaccio: se facessimo un bel condono edilizio faremmo ripartire l'Italia alla grande.
Almeno 10.000.000 di case hanno un abuso piccolo o grande, alla media di 10.000 euro a sanatoria il governo avrebbe 100 miliardi per investire. Sai che ripartenza!!! Tanto le case non vengono demolite, stanno lì comunque ed hanno un valore decimato dall'abuso; Aumenteremmo pure la base patrimoniale della nazione. Mi firmo con nome e cognome così potete lapidarmi!