La "terza vita" degli asini e dei cavalli ragusani. Dopo l'incendio, ora scampano pure al macello

Salta l'asta che li avrebbe condannati. Brambilla: "Facciano pet therapy"

La "terza vita" degli asini e dei cavalli ragusani. Dopo l'incendio, ora scampano pure al macello

Sono tutti salvi. I 6 asini e i 19 cavalli dell'Azienda pilota regionale per l'allevamento dell'asino ragusano di Carcallè, a Calaforno, in provincia di Ragusa, oggi dovevano essere venduti all'asta, e in simili incanti pubblici partecipano in genere commercianti e allevatori a scopo alimentare. Gli equidi, quasi tutti Dpa, ossia destinati alla produzione di alimenti a uso umano, rischiavano dunque di finire macellati.

Ma il pericolo è stato scongiurato. Il Dipartimento regionale siciliano Sviluppo rurale e territoriale, dopo gli appelli ricevuti, ha sospeso l'asta nelle more «che nel più breve tempo possibile, si trovi una soluzione alternativa all'eventuale cessione dei capi oggetto della procedura di evidenza pubblica». Al Dipartimento, infatti, premono gli obiettivi prioritari del progetto pilota, che riguardano la conservazione dell'asino ragusano e la valorizzazione dell'area demaniale di Calaforno. Per l'esattezza, gli asini che erano stati messi all'asta sono quelli ritenuti «non rispondenti agli standard di razza», perché l'attività degli allevamenti pilota «si giustifica scrive il Dipartimento - laddove manteniamo in purezza le razze autoctone, come l'asino ragusano, esistente dal 1985», mentre i 19 cavalli si trovano nel parco senza motivo, tant'è che il progetto non riguarda loro. Lo stesso Dipartimento ha ammesso che «sono stati acquisiti negli anni senza una progettualità definita e lasciati riprodurre senza alcun obiettivo di miglioramento o prospettiva di utilizzo». Come dire che è stato speso denaro senza giustificazione e adesso si stava per mettere una toppa eliminando il problema: i cavalli.

Le alternative non cruente ci sono: oltre al fatto che potrebbero venire sterilizzati, malgrado il Dipartimento non lo ritiene possibile per questioni economiche, Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli Animali e dell'ambiente, che esulta perché «l'appello mio e di tanti animalisti, siciliani e non, è stato accolto» ha proposto che, qualora gli animali vadano spostati, se ne consenta, con un bando, la cessione ad associazioni animaliste o impegnate in programmi di pet therapy. Il neo deputato Ignazio Abbate presenterà un progetto: «A Calaforno servono asini allo stato semi-selvatico perché, oltre ad allietare i visitatori, bruchino l'erba che crescerà dopo l'incendio che ha distrutto la vegetazione e ucciso diversi animali. Invece di farla seccare, l'erba va raccolta in balle per essere consumata dagli animali.

Si chiuda il progetto che vuole solo asini ragusani, dunque, rispondenti a standard, e si guardi alla fruizione del parco e al risparmio non sulla pelle di asini e cavalli. Ci sono anche dei cittadini che hanno dato la propria disponibilità ad adottare un equide alla Lav, che ha sollevato il caso e chiede ora a Schifani l'annullamento definitivo dell'asta.

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