Texas, neonazista spara e fa 8 morti al market. Poi un Suv sui migranti

La carneficina suprematista con un fucile d'assalto. Ispanico falcia la folla: 7 vittime

Texas, neonazista spara e fa 8 morti al market. Poi un Suv sui migranti

Otto morti e sette feriti, tra cui anche dei bambini. È il bilancio dell'ennesimo atto di violenza armata in America, che ancora una volta ha trasformato quello che doveva essere un tranquillo fine settimana in un pomeriggio di sangue. Teatro della strage è un centro commerciale alla periferia di Dallas, in Texas, dove un uomo in abbigliamento militare ha aperto il fuoco sulla folla prima di essere ucciso a sua volta da un agente.

L'ultimo episodio di follia causato dalla diffusione selvaggia di pistole e fucili è iniziato intorno alle 15.30 locali di sabato, mentre migliaia di persone affollavano gli oltre cento negozi dell'Allen Premium Outlets, uno dei principali mall dello stato. Il killer, identificato come il 33enne Mauricio Garcia, 33 anni, è sceso dalla sua macchina grigia nel parcheggio, ha imbracciato un fucile AR-15 e ha cominciato a sparare a caso sulla folla, come mostra un video shock circolato su Twitter. Con lui aveva moltissime munizioni e dalla sua arma automatica sono partiti oltre 60 colpi. Altre armi e munizioni sono state trovate all'interno dell'auto. Non sono noti i motivi che hanno portato il 33enne a compiere la mattanza, ma secondo fonti del Washington Post Garcia aveva convinzioni neonaziste o suprematiste. L'uomo - hanno riferito - indossava una toppa sul petto con la sigla Rwds, acronimo che sta per «Right wing death squad», frase popolare tra gli estremisti di destra, i neonazi e i suprematisti bianchi. Sempre secondo fonti del Wp, al momento della strage il giovane viveva in un hotel di Dallas. Altri media, invece, hanno riferito che abitava con i genitori: le forze dell'ordine e l'Fbi hanno perquisito la casa e parlato con i vicini e i parenti, che a un certo punto hanno chiesto l'intervento di un interprete.

Ancora una volta per compiere la strage è stato utilizzato un fucile AR-15, e il presidente americano Joe Biden è tornato a rivolgere al Congresso l'appello ad «approvare una legge che vieti le armi d'assalto e i caricatori ad alta capacità, e che imponga controlli sui precedenti di chi vuole acquistare un'arma». «Non abbiamo bisogno di altro per tenere le nostre strade al sicuro», ha affermato in una nota, in cui ha ricordato come dall'inizio dell'anno negli Stati Uniti ci siano state già circa 200 sparatorie di massa. «I repubblicani non possono continuare ad affrontare questa epidemia facendo finta di niente», ha ribadito Biden, che ha ordinato le bandiere a mezz'asta sugli edifici pubblici in memoria delle vittime, e definito la sparatoria «un atto insensato». Il governatore repubblicano del Texas Greg Abbott (che ha dato il via libera a leggi per allentare le restrizioni sulle armi), ha parlato di una «tragedia indicibile», sottolineando: «I nostri cuori sono con la gente di Allen».

Ieri, sempre in Texas, nella città di confine di Brownsville, un uomo al volante di un Suv ha investito 13 persone, di cui sette sono morte, a una fermata dell'autobus vicino a un centro di accoglienza per migranti. L'autista, un ispanico, ha ricevuto cure mediche ed è stato arrestato con l'accusa di guida spericolata, ma un portavoce della polizia ritiene «più che probabile» che ci saranno altre accuse, in quanto si pensa che abbia compiuto un «atto intenzionale»: è passato con il rosso a un semaforo distante 30 metri e prima «insultava i migranti», secondo un testimone.

Le vittime invece erano per la maggior parte migranti del Venezuela. La cittadina si trova sulla punta meridionale del Lone Star State, proprio di fronte al fiume Rio Grande, e la sua popolazione è per il 95% ispanica o latina.

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