L'assegnazione di un programma in prima serata Rai ad un esterno, l'ex direttore dell'Espresso Marco Damilano, continua a creare malumori nella tv di Stato. «L'assemblea del Tg2», si legge in una nota della redazione - «respinge con forza la scelta dell'Azienda di mandare in onda una striscia di informazione su Rai 3 alle 20.35, affidata, peraltro, ad un giornalista esterno alla Rai, in contemporanea all'inizio del Tg2 serale. Proclama all'unanimità da subito uno stato di agitazione permanente con modalità da definire; dà mandato al Cdr di chiedere un incontro urgente alla Direzione d'Azienda; programmare una serie di azioni di protesta fino ad un pacchetto di tre giorni di sciopero. Da viale Mazzini la redazione del Tg2 si sarebbe aspettata un rafforzamento del traino che il Tg2 chiede da tempo e non una concorrenza interna che contraddice la missione aziendale di valorizzare e razionalizzare tutti i prodotti del servizio pubblico».
Anche l'UsigRai, il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, nei giorni scorsi aveva attaccato la decisione dell'ad Fuortes di chiamare Damilano (un giornalista con molte amicizie nel Pd). «In un momento in cui l'ad Carlo Fuortes chiede sacrifici agli interni, ci sembra paradossale che all'improvviso ci siano i soldi per pagare l'ex direttore de L'Espresso, che è un giornalista esterno, quindi con un aggravio di costi per l'azienda - scrive il sindacato interno -.
Non si comprende inoltre la logica di sovrapposizione di palinsesto della striscia di informazione prevista alle 20:35 su Raitre, con il Tg2 che va in onda allo stesso orario». Appunto la stessa preoccupazione che la redazione del Tg2 ha segnalato ai vertici aziendali, annunciando lo stato di agitazione.
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