Richieste di favori e di raccomandazioni arrivavano all'ex direttore generale delle Dogane Marcello Minenna, ai domiciliari con l'accusa di corruzione in un'indagine della Procura di Forlì. I pm si sono imbattuti in quello che hanno definito un presunto «pactum sceleris» tra Minenna e l'imprenditore, in carcere a Ravenna, Gianluca Pini, ex parlamentare leghista che con la sua società avrebbe importato mascherine in piena pandemia senza certificazione Ce, o con certificati falsi, destinate agli ospedali dell'Emilia Romagna. Secondo i magistrati Pini avrebbe promesso a Minenna di accreditarlo con la Lega per ottenere la conferma a direttore anche col cambio del governo nel febbraio 2021. Minenna, sostengono i pm, «accettava le promesse in cambio dell'asservimento della sua funzione pubblica» per lo sdoganamento delle mascherine.
Emergono però altri dettagli nell'informativa della squadra mobile di Cesena. Minenna, che i pm definiscono uomo «bramoso di prestigio e potere», a sua volta è destinatario di diverse richieste di favori. Come si evince da una conversazione dell'ottobre 2021 intercettata tra lui e l'ex ministro dell'Economia Vincenzo Visco, del tutto estraneo alle indagini. Quest'ultimo si sarebbe interessato a un candidato del concorso pubblico che si stava svolgendo all'Agenzia delle Dogane. "Ti ricordi la storia del figlio di ha fatto il concorso, lo scritto. Quando si può sapere come è andato? E se». Minenna: «() ora chiedo a che punto sono». Visco: «Poi vediamo cosa si può»
Ma non c'è solo «il figlio di». Scrivono gli investigatori: "Visco chiede di accreditare suo figlio con una dirigente del Ministero dell'Ambiente». E domanda dunque a Minenna se la conosce: è «una signora dei 5 Stelle (...) mio figlio vorrebbe parlare con questa, che pare che si fa influenzare». Minenna però lo avverte: «È un personaggio... non è un osso facile». Contestualmente Visco continua a chiedere informazioni sul candidato del concorso, «ribadendo - scrivono gli investigatori - la raccomandazione. Minenna manifesta disponibilità ad assecondare entrambe le richieste». E «il giorno dopo chiama un suo funzionario per organizzare un incontro con la dirigente del ministero».
Ci sono poi i nervosismi per alcuni articoli, soprattutto del Domani, su alcuni esposti di dipendenti delle Dogane. Visco invita Minenna a «stare attento, per non compromettere la sua carriera». Minenna spiega: «Enzo sto cercando di tessere alleanze con tutti i partiti, in prospettiva di ottenere importanti incarichi istituzionali». Nell'ordinanza del gip si legge che Minenna si sarebbe dato da fare per accreditarsi «autonomamente» negli ambienti, attraverso la «fornitura di autovetture sequestrate o confiscate a uomini politici con incarichi di rilievo". Per gli investigatori "in violazione di qualunque normativa». È ancora Visco a chiedergli della distribuzione delle auto: «Ma a quello gli dovevi dare una Porsche? Perché gli dovevi da la Porsche a quello?». Minenna ritiene di non violare alcuna normativa: «Ognuno sceglie dal sistema l'auto che vuole, sono auto gratis, loro non pagano nulla, io riduco i miei costi di manutenzione. () L'abbiamo fatto con l'Avvocato Generale dello Stato il regolamento».
Se la prende con la stampa che lo attacca: «Cioè noi le auto le abbiamo date a tutti non solo ai Ministri. C'è una lista d'attesa che tre quarti ne basta. Minenna tramite i suoi legali ha sempre respinto ogni addebito. Oggi l'udienza sulla revoca degli arresti domiciliari.
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