Tim, Genish rassicura la sua squadra: "Il piano non cambia"

La lettera ai manager: «Abbiamo il sostegno di Vivendi e di Elliott». Ma oggi parola al cda

Tim, Genish rassicura la sua squadra: "Il piano non cambia"

Dopo la vittoria di Elliott all'assemblea Telecom di venerdì scorso, che ha visto finire all'angolo Vivendi, e gli strali scagliati dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda contro i «predatori» francesi, Amos Genish tenta la distensione in Telecom Italia, rassicurando per lettera il top management del gruppo che il piano industriale non cambia. Non solo il direttore generale di Tim mette in chiaro - ed è il fulcro «politico» della sua missiva - di aver ricevuto, dopo il voto in assise, «numerose telefonate» di «sostegno a tutta la squadra» sia da parte del top management del fondo Usa sia di Vivendi. «Lo stesso sostegno lo abbiamo ricevuto anche da tutti gli altri nostri principali azionisti. Mi aspetto» che il nuovo consiglio «farà lo stesso», scrive Genish. La stessa Cdp ha in mano il 5% circa.

Il nuovo board si riunisce per le prima volta questo pomeriggio a Roma alle 17 per scegliere Fulvio Conti presidente e, a meno di strappi, affidare le deleghe di ad a Genish: la lista Elliott ha ottenuto 10 posti contro i 5 di Vivendi.

Riunione che, da quanto trapelava ieri sera, il presidente uscente Arnoud de Puyfontaine sarebbe però orientato a «disertare». Una assenza politica da leggere nell'ambito della strategia di Vivendi, ora in minoranza, di iniziare con i suoi 5 consiglieri una sorta di controllo da bordo campo, delle mosse della «nuova» Telecom. Sia su nodi come la sicurezza, e quindi Sparkle, sia sulla composizione dei comitati interni. Un passo questo di Vivendi preliminare a qualsiasi futura decisione, comprese eventuali battaglie legali.

«Siamo sulla strada giusta, proseguiamo il cammino con rinnovato impegno a lungo termine», sottolinea Genish, ringraziando la squadra e notando come il ribaltone in assemblea abbia cambiato il cda, ma non «il cammino intrapreso» nè il piano industriale che è stato analizzato dagli azionisti e ha «ricevuto grande apprezzamento» da parte di tutti». Quindi l'esortazione: «Sappiate che avete anche il mio pieno supporto. Abbiamo ancora molta strada da percorrere».

A decidere sulla squadra manageriale non è direttamente il cda, ma Genish erge un muro alle voci che danno in bilico la prima linea spedita a Tim da Parigi (a partire dal responsabile acquisti Michel Sibony). Governance a parte, la ricerca di un percorso condiviso pare comunque ad oggi una mossa quasi obbligata sia per Elliott sia per Vivendi.

Perché gli americani (8,8% del capitale) guidano il cda ma i francesi (23,9%) conservano la minoranza di blocco in assemblea straordinaria. Da cui passano elementi chiave del piano come lo scorporo della rete e l'eventuale conversione delle azioni di risparmio.

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