Unioni civili, la toga ai gay: "In Italia già potete adottare"

Da pochi giorni ex presidente del Tribunale dei minori di Roma, ora esce allo scoperto: "Ho visto migliaia di casi di famiglie tradizionali in cui i figli sono abusati e maltrattati". Poi sull'adozione ai gay: "Un diritto che non può essere disconosciuto"

Unioni civili, la toga ai gay: "In Italia già potete adottare"

Al netto delle richieste delle associazioni omosessuali e della sinistra, per i giudici italiani i gay possono adottare i bambini. "È un diritto che non può essere disconosciuto. Il Tribunale per i minori lo ha già deciso quindici volte". Melita Cavallo, da alcuni giorni ex presidente del Tribunale dei minori di Roma, lo dice molto chiaramente. E, inserendosi nel dibattito sempre più acceso sulle unioni civili, lascia intendere che è molto meglio affidare un bimbo a una coppia gay che a "una famiglia tradizionale che non lo rispetta".

Da una parte le "famiglie arcobaleno" che sono scese nelle piazze ieri per difendere le unioni civili del ddl Cirinnà, dall'altra la piazza che il prossimo 30 gennaio manifesterà al Circo Massimo per tutelare la famiglia tradizionale. La Cavallo, interpellata dall'Adnkronos, sintetizza in questi termini i quarant'anni da giudice: "Abbiamo visto migliaia di casi di famiglie tradizionali, quelle appunto formate da una mamma e da un papà, che non rispettano i bambini. Casi su casi di infanzia violata, maltrattata. Lo vorrei dire chiaramente a quanti continuano a gridare il loro no alla stepchild adoption". Le norme per potere agire in questa direzione, secondo la Cavallo, "già esistono e sono contemplate nell'articolo 44 della legge 184 del 1983". Per l'ex presidente del Tribunale dei minori di Roma la norma può applicare ogni qual volta "il bambino sia ben inserito nel contesto".

Le parole della Cavallo, che fino a pochi giorni fa presiedeva il Tribunale dei minori di Roma, ricalcano gli slogan delle associazioni arcobaleno e della sinistra. "Io ho una famiglia tradizionale - spiega all'Adnkronos - ma questo non significa che una coppia gay non possa non rappresentare un nucleo di bravi genitori". Il prossimo 28 gennaio inizierà in Senato la discussione sul ddl Cirinnà, resta l'incognita del voto segreto.

"Un sistema - osserva il giudice Cavallo - che serve soltanto alle persone che non hanno il coraggio di manifestare la propria idea. Un sistema che non dovrebbe esistere nel nostro Parlamento. Dovrebbe prevalere il coraggio delle proprie idee, a viso aperto".

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