Toghe allo scontro totale. "C'è squilibrio di poteri"

Il presidente di Anm Santalucia all'attacco, ma tutte le correnti sono in rivolta. Oggi a Roma un incontro per decidere le modalità di lotta

Toghe allo scontro totale. "C'è squilibrio di poteri"
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Malgrado tutto, forse la magistratura non credeva si sarebbe arrivati a questo punto, dopo tante guerre e tanti allarmi. E sembra sotto shock ora che il primo sì alla Camera alla riforma con la separazione delle carriere ha dimostrato che in pochi mesi si potrà concludere l'iter costituzionale.

«Stanno squilibrando l'assetto dei poteri dello Stato e il riequilibrio non potrà che avvenire attraverso l'attrazione dei pm nella sfera dell'esecutivo», attacca il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia, aggiungendo che le iniziative del sindacato delle toghe punteranno alla «spiegazione alla cittadinanza delle criticità del testo». Le modalità della mobilitazione, già lanciata a dicembre, saranno decise oggi a Roma alle 10, nella riunione del Comitato direttivo centrale dell'Anm.

L'Anm e le diverse correnti sono sul piede di guerra, ognuna con il suo stile, concentrano le speranze sul referendum confermativo che dovrebbe esserci potrebbe in autunno e alzano i toni, preoccupati anche di guadagnare consenso in vista delle prossime elezioni che si terranno dal 26 al 28 gennaio. Proprio all'indomani delle inaugurazioni dell'anno giudiziario, in Cassazione il 24 e poi in tutte le Corti d'appello, come a Napoli dove sarà il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Sarà in quei giorni che si concentreranno le proteste e la corrente di sinistra Magistratura democratica è quella che più spinge per qualcosa di clamoroso. Lo sciopero è una delle opzioni già nel pacchetto dell'associazione, ma per cominciare l'idea è di andare con toga addosso e Costituzione in mano alle cerimonie e poi, secondo l'idea di Md, voltare le spalle a tutti e uscire dalla sala. In particolare a Napoli, di fronte al Guardasigilli, quando appunto il rappresentante del ministro prenderà la parola.

«Una pagliacciata», per il segretario della corrente moderata Magistratura indipendente Claudio Galoppi, che pure critica duramente questa «riforma ipocrita, che in realtà non attua neppure la separazione delle carriere e anzi rafforza i pm disegnando un corpo autonomo, mentre non migliora l'efficienza della giustizia».

Santalucia, presidente in uscita del cartello di sinistra Area, contesta la blindatura del ddl costituzionale in parlamento e spera «che si recupererà uno spazio di confronto, dialogo, discussione sul contenuto in vista del referendum». Spiega: «Paradossalmente si crea una figura gigante del pm, autoreferenziale nella gestione delle sue carriere: è il segno di uno squilibrio».

Il vicepremier Antonio Tajani avverte: «Non credo che un servitore dello Stato debba protestare nei confronti del parlamento. È come se i carabinieri abbandonassero il servizio perché non sono d'accordo con una decisione del governo. I magistrati sono i primi servitori dello Stato: poi, per carità, ognuno fa quel che vuole». Il leader di Iv, Matteo Renzi, dà credito alla riforma: «Abbiamo voglia di votare a favore della riforma se questi fanno una riforma seria». Il leader di Forza Italia aggiunge che questa riforma «non era un capriccio personale di Silvio Berlusconi, ma vuole garantire ai cittadini processi giusti». Poi ricorda alle toghe: «È il parlamento che fa le leggi».

Il sogno di Berlusconi e Nordio, replica la vicepresidente dell'Anm Alessandra Maddalena, di Unicost, potrebbe diventare «l'incubo degli italiani». Ma per il presidente dei penalisti Francesco Petrelli, non c'è «nulla di punitivo verso la magistratura».

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