Salvare le lezioni in presenza. I contagi salgono molto più velocemente delle vaccinazioni tra i più piccoli, fascia 5/11 anni, e le ipotesi sul tavolo per un rientro in sicurezza dopo le feste sono tante e a volte anche in aperto contrasto tra loro. Si va dalla proposta di fare almeno una settimana di didattica a distanza prima del rientro in classe a quella del green pass obbligatorio anche per gli studenti. Il timore è che cenoni, feste e veglioni a distanza di un paio di settimane provochino un boom di contagi. Quanti ragazzi potrebbero rientrare in classe senza sapere di essere positivi? Alle incognite sui contagi si aggiunge il problema dei professori no vax che saranno sospesi da gennaio. Sono più di 40mila e dovranno essere sostituiti: si ricorrerà anche alla Mad, messa a disposizione. Basterà la triennale per candidarsi ad una supplenza.
Per il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, se i dati peggiorano il rientro potrebbe slittare. «Se abbiamo i numeri del Regno Unito, con 100mila contagi anche tra i soggetti più giovani, un ritardo del rientro a scuola consentirebbe un rallentamento del virus» riflette Sileri che però precisa «nessuna decisione è stata presa».
E i presidi sono contrari. «Allungare le vacanze di Natale per gli studenti, prevedendo una settimana di dad, mi sembra una scelta poco efficace. La via maestra resta quella delle vaccinazioni. Nella fascia di età compresa tra i 16 e i 19 anni siamo già all'80%, ora però bisogna spingere sull'acceleratore per gli under 16», dice Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, Anp. A meno che, precisa, non si decida di rimandare il rientro al 18 gennaio «ma con tutti i ragazzi vaccinati».
Non c'è dubbio che la situazione stia velocemente peggiorando in tutte le regioni dove aumentano le classi in dad. «Il dato di 10mila classi in dad su 400mila va sicuramente aggionato: credo che negli ultimi giorni il numero sia aumentato». Le stime indicano quasi 200mila studenti in quarantena perchè positivi o per un caso positivo nella loro classe.
L'obbligo di green pass non è facilmente attuabile sempre secondo Giannelli. «Vedo delle grosse difficoltà. Il problema è la tempistica. Se diversi milioni di bambini e ragazzi devono vaccinarsi in quanto tempo potranno ottenere il green pass? -riflette Giannelli- Non abbiamo le strutture necessarie per fare i tamponi a tutti. Se si dice che serve il green pass e i ragazzi non fanno in tempo, che succede? Non vengono a scuola? Tutto ciò va coniugato con il tema del diritto allo studio. Non possiamo rischiare che milioni di ragazzi tornino in dad».
Ma una soluzione di fronte al rischio di perdere il controllo dei contagi va trovata. Tra i presidi c'è chi chiede che i ragazzi si sottopongano al tampone prima del rientro in classe. A Roma e nel Lazio sono migliaia le classi in quarantena con una progressione molto veloce. Le elementari sono le più colpite.
Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio confessa la sua preoccupazione nella prospettiva di un rientro dalle feste senza alcuna verifica e quindi chiede che «al rientro, la struttura sanitaria o commissariale organizzi un controllo capillare, a tappeto di tutti gli alunni. Il 7 gennaio dovrebbe essere dedicato a questa indagine e con ingresso scaglionato in classe, solo ad esito di tampone negativo». No invece al green pass obbligatorio «perché lesivo del diritto allo studio».
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