Piove ancora tra Bologna e la Romagna, in molte zone già colpite duramente dall'alluvione. Al quarto giorno di maltempo, con l'allerta rossa prorogata anche oggi, continuano gli allagamenti e le evacuazione e sale ancora il numero delle persone che non ce l'hanno fatta, dopo che a Faenza è stata trovata la 14esima vittima, un uomo di 84 anni sommerso nel fango che aveva invaso il cortile della sua casa. Le segnalazioni sui decessi sono confluite in Procura in altrettanti fascicoli senza ipotesi di reato, ad eccezione del caso del 75enne morto per non aver voluto abbandonare la sua casa invasa dall'acqua: in questo caso si procede per omicidio colposo contro ignoti perché alcuni vicini, preoccupati per la sorte dell'uomo, hanno segnalato di avere invano richiesto aiuto.
Sono più di 15mila gli sfollati: 8mila dei quali hanno trovato accoglienza in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni, mentre gli altri si sono sistemati nelle seconde case o da amici e parenti. «La situazione rimane molto difficile», avverte il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, incitando la sua gente a lavorare «per tenere insieme emergenza e ricostruzione». È una corsa contro il tempo per cercare di rinforzare gli argini dei corsi d'acqua che continuano a rompersi mettendo a rischio le zone circostanti. Chi può, impugna la pala per togliere il fango. Migliora invece la viabilità. La circolazione è tornata regolare sulla rete autostradale, anche se è ancora difficile percorrere le strade secondarie per raggiungere le province di Ravenna, Forlì e Cesena, per lunghi tratti bloccate. Nella regione sono state contate 300 frane e 500 strade distrutte o interrotte. Coldiretti ha stimato che ci sono almeno centomila ettari di terreno alluvionati nelle 3mila aziende agricole di Ravenna. In alcune zone, soprattutto in quelle più colpite della provincia di Ravenna, ci sono grossi problemi legati all'approvvigionamento di cibo e acqua. Le forniture della cucina mobile della protezione civile regionale hanno difficoltà a raggiungere i luoghi e i supermercati o sono chiusi o sono stati presi d'assalto. Molti i comuni rimasti senza corrente e con problemi alle linee telefoniche. A Lugo, in particolare, allagata da giovedì, praticamente tutte le famiglie sono chiuse in casa e se la situazione non dovesse migliorare, il problema del cibo e dell'acqua è destinato a esplodere. Le criticità, dunque, sono tutt'altro che finite, come ha ribadito in conferenza stampa il capo Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Ancora ieri sono stati soccorsi abitanti rifugiati ai piani alti delle case e disposte evacuazioni preventive. «Non c'è memoria di eventi di questi tipo», ha detto Curcio. Ma non saranno i soldi del Pnrr a risollevare i territori colpiti. «Il tema dell'Emilia merita un'attenzione diretta del governo. Il Pnrr ha dei percorsi ben chiari e un termine di spesa, che è quello del giugno 2026, quindi è evidente che questo non consente di poter utilizzare i fondi per interventi di immediata urgenza», ha spiegato il ministro per gli Affari Europei e il Sud, Raffaele Fitto.
Dopo il primo stanziamento di 10 milioni di euro messi a disposizione dopo la prima ondata del 4 maggio, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha annunciato che martedì in Consiglio dei ministri verranno deliberati altri 20 milioni di euro per l'Emilia-Romagna.
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