Sono pochi ma sono cattivi, incattiviti e rumorosi. Sono quelli che vanno alla ricerca di un palcoscenico che soltanto i social network possono offrire perché come saggiamente sentenziato da Umberto Eco, «danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli». E così, non appena succede qualcosa (ma anche quando non succede nulla) schiere di fenomeni da tastiera scendono in campo con ipotesi e tesi strampalate. Convinti che la loro opinione sia imprescindibile in quanto controcorrente. L'ultimo esempio: muore Alexei Navalny? Ecco spuntare complotti, accuse, fandonie e bestialità assortite.
Va fortissimo chi sostiene che il dissidente russo morto (non certo di freddo) in un gulag russo, fosse un agente segreto al soldo della Cia, fatto fuori dagli americani per provocare una reazione russa. «La morte di Navalny serve solo alla propaganda occidentale», scrive il non-nobel Marco. «Non conosco le cause della sua morte ma sogli gli stupidi posono credere sia stato Putin», spiega Dmitry con tanto di bandierina russa nel profilo. «Era un pupazzo della Cia, forza Putin», spiega al mondo Lazar. D'altra parte non è facile nemmeno sui social ergersi a sostenitore di Putin. Quelli che negando ogni evidenza, ignorando la realtà (o fingendo di farlo), sono convinti che Vladimir Vladimirovich sia il miglior leader del mondo e che tutti gli alrti, da Zelnesky brutto a Biden vecchio, passando anche per Mattarella e Meloni, siano cattivoni che lo osteggiano perché schiavi del pensiero unico. Loro però, tirano dritto. Difficile capire chi lo faccia per ottusità mentale o chi perché spinto a farlo (non è un mistero che la Russia abbia ampi canali di finanziamento per i propagandisti). Ma vuoi mettere quell'impagabile sensazione di essere alternativi e magari popolari nella ristretta cerchia di boccaloni. Inconsapevoli del fatto che sostenere come 2+2 faccia 5 anziché 4 non faccia di loro eroi dell'anti sistema quanto semplici fessi.
Ma è curioso vedere come in fondo, siano sempre gli stessi. Gratta sotto i pro Putin, ecco spuntare i no Vax. Gli stessi. «Credere che Putin abbia ucciso Navalny è come credere che il green pass sia servito», scrive tale Leonard. «Prima obbligavano a vaccinarsi, ora vogliono obbligarci ad accusare Putin», sentenzia Davide. Quelli che sbraitavano contro i vaccini e il green pass, ora si ergono a paladini del putinismo.
Loro che accusavano lo Stato di essere totalitario perché obbligava a vaccinarsi, elogiano un Paese in cui chiunque osi andare contro quello che loro chiamano mainstream, viene silenziato con la forza. Un cortocircuito. Che riporta in scena lo stesso Eco: «I social hanno promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità». Ma chi scrive fesserie, scemo del villaggio rimane. Una risata e un click, li seppellirà.
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