"Tornerò a camminare. Ma se non ce la farò realizzerò altri sogni"

Il nuotatore colpito in un agguato: "In piedi in meno di 10 anni: due film mi racconteranno"

"Tornerò a camminare. Ma se non ce la farò realizzerò altri sogni"

Quando cade per terra, colpito alla schiena da un proiettile calibro 38, la prima cosa che Manuel Bortuzzo fa è prendere tra le mani il viso della sua fidanzata e dirle ti amo «perché non sapevo se avrei avuto un altra occasione per dirglielo». E parole di odio per i due balordi che gli hanno sparato alle spalle scambiandolo per il figlio di un boss non ne ha mai dette. Era convinto gli avessero sparato alle gambe, invece le aveva perse, quando è tornato dal coma è stato lui a dare forza e coraggio alla mamma. Manuel Bortuzzo, a 21 anni, è, come gli ha detto Mara Venier «il figlio di tutti noi», un simbolo suo malgrado, cercato e corteggiato da tutti «ma non perché faccio pena ma perché sono la persona che sono e che sono stato sempre stato». Nemmeno il Covid lo ha vinto: «Ho imparato a suonare il pianoforte». Si vola anche con le mani.

Dopo il libro sono in uscita due film, vero?

«Si, uno si intitola L'ultima gara, un progetto di Raoul Bova che stiamo finendo insieme a Filippo Magnini, Massimiliano Rosolino e Emiliano Brembilla. É la mia prima volta da attore. Il film si è bloccato solo per il Covid».

E l'altro?

«È il film che la Moviheart sta realizzando basandosi sul mio libro Rinascere. Sono curioso di sapere chi sarà l'attore che mi interpreterà, ma la produzione mi ha molto coinvolto nel progetto, mi sono sentito quasi un regista. È dedicato, come il libro, a tutte le persone che cercano riscatto e speranza».

Perché raccontarsi quando tutti già parlano di lei?

«Non sono mai stato un ragazzo che ha letto tanto. Mi dicevo: ma figurati, io scrivere un libro. Però ho pensato fosse utile dare una mano a chi ha problemi nella vita. Sapere che una parte di me può aver cambiato qualcosa nella vita degli altri mi piace molto».

Si è dato dieci anni per tornare a camminare: adesso sono 9...

«In realtà non ho detto proprio così. Mi è stato chiesto come ti vedi tra dieci anni e io ho risposto: mi vedo in piedi. In realtà io spero di vedermi in piedi prima di dieci anni»

E a che punto è?

«In questo periodo ho capito che non conta il risultato che raggiungi ma il percorso di vita che stai facendo. Tornare a camminare è il sogno della mia vita però se non succede vuol dire che realizzerò tutti gli altri».

È stato ferito per caso ed è vivo per nove millimetri: è diventato fatalista?

«C'è una ragione per tutto: forse quello che mi è successo serve per dimostrare quanto valgo nonostante tutte le difficoltà. Uno può anche chiamarla sfiga, però ognuno ha le sue»

Non si sente sfigato?

«Mi sono chiesto perché proprio a me ma sono domande inutili, tanto non posso più tornare indietro. Guardo quello che ho e non quello che ho. La vittoria è essere vivo, avere amici, affetti. Arrivare a pochi millimetri dal non avere più niente ti fa dare il giusto valore alle cose».

Ha detto: da Alex Zanardi ho imparato a cercare un dono nella tragedia

«Ci siamo capiti con poche parole. Oggi non mi basterebbe una giornata per rompergli le palle con le cose che ho da dirgli. Spero solo non debba soffrire perchè ha già sofferto tanto. É un grande uomo».

Cosa le manca di più della sua vita precedente

«Ho continuato a fare la vita di prima anche se in maniera diversa. Avevo la passione della moto e ora so che non la posso avere. Però la macchina si. Ma alla fine non conta quello che fai e cosa ma le emozioni che provi quando le fai».

Ai ragazzi che dicono: ci hanno rubato il futuro cos'ha da dire?

«Io sono la prova che nella vita può succederti di tutto. Ma non per questo devi smettere di lottare per quello che senti dentro. Abbiamo la fortuna di essere tutti diversi, di avere interessi e qualità diverse. Fregatene e provaci. Volere una cosa deve andare oltre le difficoltà per raggiungerla».

Ha detto: «Ho

tanti sogni e li voglio realizzare tutti». Il primo dell'anno nuovo?

«Tornare all'agonismo, magari fare le Olimpiadi. Ma prima di tutto che finisca il Covid che è la chiave per aprire lo scrigno di tutti i desideri».

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