"Enrico Rossi e la sinistra usano il giorno del ricordo per fomentare l'odio: anziché cogliere l'occasione come reale momento formativo, tenta ancora una volta di sfruttare la situazione per mettere i partigiani contro gli esuli". Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione, critica la decisione della giunta Rossi di far "raccontare il dramma delle Foibe ai partigiani, anziché alle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati".
Si tratta di un progetto pilota che si svolgerà dal 22 al 25 agosto, che sarà seguito da un viaggio studio che si terrà dal 12 al 16 febbraio dell'anno prossimo e che prevede l’intervento dell’Istituto Storico della Resistenza ma non quello delle vittime dirette delle foibe."Organizzare un evento del genere senza coinvolgere in alcun modo le associazioni di riferimento è grottesco, oltre che evidentemente strumentale", sottolinea Donzelli secondo cui "Rossi è rimasto al Pci di Togliatti che il 30 aprile 1945 chiese ai triestini di accogliere gli infoibatori titini come liberatori: la sinistra ancora una volta dimostra di non credere nella memoria condivisa e di essere ostaggio degli integralisti dell'antifascismo anche quando l'antifascismo non c'entra nulla".
Secondo Donzelli "non c'è da inquadrare storicamente niente, non c'è giustificazione alcuna al dramma delle foibe e dell'esodo. Interpretare in questo modo la mozione presentata da Fratelli d'Italia ed approvata all'unanimità dal Consiglio regionale è provocatorio". Per l'esponente di Fratelli d'Italia "la Regione ha il dovere di onorare la memoria delle Foibe, fatto storico che ha provocato l'occultamento di migliaia di cadaveri italiani, militari e civili, trucidati dall'esercito e dai partigiani comunisti".
"Far raccontare il dramma delle Foibe agli eredi dei partigiani, coloro che hanno vissuto quella vicenda sul fronte opposto, rappresenta la
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