Toti lascia dopo 80 giorni. "La Liguria torna al voto"

Il governatore rassegna le dimissioni. I fedelissimi: "Questo è l'ennesimo sacrificio che compie per la nostra Regione"

Toti lascia dopo 80 giorni. "La Liguria torna al voto"
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Ottanta giorni dopo l'arresto del 7 maggio con l'accusa di corruzione, ieri mattina Giovanni Toti ha rassegnato le sue dimissioni «irrevocabili» da governatore della Liguria. Una scelta sofferta, ma a cui è arrivato rapidamente negli ultimi giorni, quando si è trovato stretto tra la tenaglia della Procura di Genova, con la notifica della seconda ordinanza di misura cautelare, e la freddezza percepita da certi alleati del suo centrodestra. «Lascio orgoglioso una regione in ordine», e «mi assumo tutte le responsabilità di richiamare alle urne gli elettori», scrive Toti in una lettera affidata poco dopo al suo legale Stefano Savi. É l'epilogo del terremoto che ha investito la Regione e la sua vita personale e politica, in un'inchiesta che ha legato a doppio filo il piano giudiziario a quello del suo incarico pubblico da presidente. «Questo è l'ennesimo sacrificio che compie per la nostra Regione - ha detto il suo fedelissimo, l'assessore regionale Giacomo Giampedrone, a cui Toti ha affidato le sue dimissioni - Ci auguriamo che possa tornare al più presto un uomo libero, quindi che possa tornare con noi e a valutare il suo futuro. É un momento difficile per lui soprattutto per tutti noi ma anche di grande orgoglio». La decisione di lasciare è maturata anche dopo aver letto e metabolizzato i provvedimenti dei giudici che in questi tre mesi gli hanno confermato gli arresti domiciliari, di fatto non lasciandogli altre opzioni che il passo indietro. Una mossa necessaria anche a evitare il rischio di andare a processo sotto misura cautelare, vista l'imminente intenzione della Procura di chiedere per lui il giudizio immediato. A quanto trapela, i pm potrebbero farlo già nei prossimi giorni, dopo aver depositato l'avviso di conclusione indagine. Anche l'inchiesta, durata oltre tre anni, è arrivata alla fine. Ora con le dimissioni non dovrebbero esserci altri ostacoli al suo ritorno libertà. Il legale di Toti presenterà subito istanza di revoca della misura cautelare al gip, ma ci vorrà qualche giorno per la decisione. «Noi vogliamo andare a giudizio subito, a noi interessa che si faccia il processo. Ciò che non ci sta bene è andarci in misura cautelare. Preferiamo fare subito il processo piuttosto che stare ancora due, tre anni sulla graticola», spiega Savi. Resta dunque l'impianto accusatorio basato su intercettazioni che per la difesa vanno «contestualizzate e interpretate. La vicenda del porto va contestualizzata, con tutti gli interessi della comunità che c'è intorno. La spinta non era solo nei confronti di Spinelli». Toti da quasi tre mesi è ai domiciliari perché secondo i pm avrebbe percepito 74mila euro di finanziamenti elettorali dall'imprenditore Aldo Spinelli, in cambio di favori. E perché avrebbe agevolato, dietro pagamento di spot elettorali, Esselunga nell'apertura di due punti vendita. Questo secondo filone ha portato alla seconda ordinanza di misura cautelare, con l'accusa di finanziamento illecito.

Troppo per il governatore: «Sento necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte».

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