Adesso c'è anche chi giustifica pure il tradimento della Patria

La straordinaria disaffezione dell'Ufficiale della Marina nei confronti della bandiera che ha giurato di servire è lo specchio fedele di un Paese che si venderebbe, e svenderebbe, per una seduta di pedicure

Adesso c'è anche chi giustifica pure il tradimento della Patria

Il mutuo. Le palestre dei figli. I quattro cani. Tanto è bastato a Walter Biot, capitano di Fregata della Marina militare in servizio presso lo Stato maggiore della Difesa, per pensare che potesse valere la pena infrangere il suo giuramento e vendere ai russi "qualche screenshot" dello schermo del Pc. Per 5.000 euro a "servizio".

Ma dietro alla vicenda della "gola profonda" di Pomezia si cela una disaffezione cronica nei confronti dell'Italia, delle istituzioni italiane e della bandiera tricolore. Biot, descritto dai conoscenti come persona "serissima e riservata", vanta un curriculum di tutto rispetto: sottufficiale della Marina fin da giovanissimo, divenne ufficiale vincendo un concorso interno, per poi passare allo Stato maggiore nel 2010 e al Gabinetto del Ministro della Difesa, occupandosi di cerimoniale, comunicazione e relazioni esterne. Proprio in virtù dei palcoscenici calcati dovrebbe conoscere bene il valore della parola "prestigio".

Il suo ultimo incarico in ordine di tempo, però, quello presso l'ufficio Politica militare e pianificazione (centrale per la gestione delle politiche in tema di sicurezza e difesa, ma soprattutto per le relazioni internazionali direttamente riconducibili al Capo di Stato maggiore), non gli bastava più.

Dopo essere stato tratto in arresto dai carabinieri del Ros con l'accusa pesante di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio e procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, sua moglie, Claudia Carbonara, si è affrettata a "giustificare" il marito in un'intervista al Corriere della Sera: "Aveva paura di non riuscire più a fronteggiare le tante spese che abbiamo. L’economia di casa. A causa del Covid ci siamo impoveriti, lo sa? Lo stipendio non bastava più per mandare avanti una famiglia con 4 figli 4 cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 268 mila euro di mutuo, 1.200 al mese” e, in più, "la scuola, l’attività fisica, le palestre..."

Senza voler fare i conti in tasca a nessuno, sembra evidente come nemmeno la consorte, psicoterapeuta, si sia resa conto della gravità del reato: la violazione degli articoli 86 e 88 del Codice penale militare è punibile con l’ergastolo o con almeno vent’anni di reclusione. Oltre, chiaramente, alle implicazioni etiche e morali. Tutto perché lo stipendio fisso (che non ha pertanto subito contrazioni a causa della pandemia) da 3.000 euro al mese era improvvisamente diventato così misero da non poter permettere ai figli di andare nelle palestre (peraltro chiuse)?

Ancor più grave che il "giustificazionismo" abbia contagiato da subito anche alcuni colleghi, conoscenti, parenti, commentatori vari. Pare, infatti, che Biot fosse alla ricerca di denaro per fronteggiare le spese di cui necessita una delle sue bambine, la più fragile, portatrice di handicap. Circostanza smentita dalla stessa moglie: "La piccola per fortuna è tutelata [dalla legge 104, NdR], non era questo il problema economico più grande da fronteggiare".
La signora Carbonara rifiuta l'etichetta di "spia" rifilata al marito, dicendo che lui "la Patria l’ha servita". Anche la Patria degli altri, però.

Mai come stavolta varrebbe la pena di citare la storica espressione di Ennio Flaiano che Leo Longanesi avrebbe voluto apporre sul tricolore per rendere l'idea dell'ethos italiano: "Tengo famiglia". Del resto, si tratta di un perfetto esempio del concetto sociologico di familismo amorale, massimizzare cioè unicamente i vantaggi materiali della propria famiglia nucleare supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo. Venne studiato dallo statunitense Edward C. Banfield proprio in Italia (con estensione, è bene precisarlo, verso il mondo mediterraneo e latino in generale).

Ma al di là dell'antropologia, questa disaffezione potrebbe offrire pure una lettura politica. Il Parlamento italiano è pieno zeppo di rappresentanti più interessati alla poltrona che alla democrazia; la nostra politica estera nel corso degli anni, come ricordato a Il Giornale.it dal professore emerito presso l'università di Torino, Gian Enrico Rusconi, risente della sua inaffidabilità; il nostro ministro degli Esteri, Luigi DI Maio, strizza l'occhio alla Cina e un attimo dopo per guadagnarsi al riconferma si dice "atlantista"; un ex primo ministro come Matteo Renzi è divenuto celebre in tutto il mondo per la frase "Stai sereno" rivolta all'allora inquilino di Palazzo Chigi, Enrico Letta, silurato poco dopo proprio da Renzi. Lo stesso Renzi che, da senatore italiano, viene lautamente pagato come consulente del principe saudita Mohammed Bin Salman; un suo ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, divenne pochi mesi dopo consulente del Primo Ministro francese Édouard Philippe e venne cacciato pure da lì poiché in un lasso di tempo quantomeno similare ha lavorato pure per Malta (lui ha sempre negato di aver "servito" Muscat e Philippe nello stesso momento) e oggi è parlamentare europeo, eletto in Francia.

Insomma, per aver tradito

l'amor patrio Walter Biot pagherà un prezzo altissimo, ma diciamo che il suo gesto è lo specchio fedele di un Paese che vanta tanti, troppi esempi di profili che si venderebbero, e svenderebbero, per una seduta di pedicure.

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