Sandu in testa, ma non basta. E il referendum boccia l'Europa

I primi risultati delle presidenziali: ballottaggio il 3 novembre. La filo Bruxelles avanti ma il voto sull'Ue è una doccia fredda

Sandu in testa, ma non basta. E il referendum boccia l'Europa
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Doccia fredda per Bruxelles dopo la domenica elettorale in Moldavia, alle urne ieri per scegliere tra l'occidente e Mosca: il referendum raggiunge il quorum ma per ora premia i no. La tornata elettorale di Chisinau non conferma la postura filo europea del governo guidato dalla 52enne Maia Sandu, l'ex consigliere della Banca Mondiale è sì avanti alle presidenziali con il 35% ma al referendum per l'Ue, col 70% delle schede scrutinate, sono in vantaggio i no al 56%. Sembra tramontare dunque l'adesione all'Ue entro il 2030 dopo aver incassato lo status di paese candidato nel giugno del 2022.

Al secondo posto, col 29%, il principale avversario della Sandu: il 57enne Alexandr Stoianoglo, un ex procuratore sostenuto dal Partito socialista filo-russo, che ha boicottato il referendum mentre votava, secondo cui la Moldova ha bisogno di un nuovo governo che dovrebbe avere legami multilaterali: con l'Ue, la Russia, gli Stati Uniti e la Cina. Ballottaggio fissato per il 3 novembre. Sono state elezioni caratterizzate dalla forte presenza di infiltrati e tentativi di penetrazioni esterne, al fine di orientare il voto. Alla periferia di Chisinau è stato sequestrato un magazzino pieno di oggetti di propaganda anti-Ue che erano stati confiscati nei giorni antecedenti al voto. Nel solo mese di settembre almeno 15 milioni di dollari sono stati usata per corrompere o disturbare il processo elettorale democratico in Moldavia, con particolare attenzione al referendum, hanno dichiarato le autorità moldave. Secondo la polizia le minacce di bombe, gli episodi di vandalismo e anche alcuni attacchi hacker al sistema bancario fanno parte di una campagna senza precedenti per diffondere la paura. Tra gli obiettivi della polizia c'è il magnate Ilan Shor, accusato di aver reclutato 130.000 elettori per convincerli a votare «no» al referendum pro-Ue. Gli osservatori esterni hanno ricevuto più di mille segnalazioni di violazioni nei seggi elettorali come fotografie di schede votate o posizionamento difettoso delle schede elettorali che consentono di visualizzare il voto. Momenti di tensione anche in un seggio in Italia, a Bologna, con una telefonata anomina che annunciava un allarme bomba nel capoluogo emiliano.

Ad incendiare gli animi ci ha pensato ieri il deputato russo Mihail Sheremet, che rappresenta la Crimea, secondo cui l'Occidente spinge la Moldavia verso la guerra civile: «L'Occidente ha preparato per la Moldavia il percorso inglorioso dell'Ucraina, assegnandole il ruolo di neocolonia e di zona cuscinetto nella lotta geopolitica con la Russia - ha detto - con il pretesto dei valori democratici e della promessa di entrare a far parte della famiglia europea, l'Occidente sta spingendo la Moldavia su una strada che porterà sicuramente alla scivolata verso la guerra civile e alla prosperità di una dittatura militare».

Infine il caso Transnistria, Stato indipendente non riconosciuto dai membri delle Nazioni Unite, che è abitato da russofoni, ed è finanziato da Mosca che vi

detiene anche circa 2000 militari. Il gas era assicurato da Gazprom che non chiedeva il pagamento delle forniture energetiche. Un porto franco per gli affari di pochi oligarchi che adesso avranno meno libertà di movimento.

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