I progetti finiti nel mirino della riprogrammazione sono quelli considerati irrealizzabili entro le scadenze del 2026 del Pnrr o inammissibili nel Piano. Come quelli che valgono 1 miliardo di euro «per le strade», spiega Fitto, contenuti all'interno del capitolo della valorizzazione del territorio dei Comuni. Ma a infiammare la polemica ci sono gli interventi tagliati sull'alta velocità, che procedevano a rilento tra problemi archeologici, geologici e di autorizzazioni. Il ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini ha chiesto nella sua lista di modifiche, di fare uscire dal Pnrr la tratta ferroviaria Roma-Pescara e due lotti della Palermo-Catania. Le relative risorse verranno dirottate sulle tratte Napoli-Bari e su altri lotti della Palermo-Catania considerati realizzabili. Ma dal Mit si sottolinea che «i 39 miliardi del Pnrr destinati a infrastrutture e ai sistemi di trasporto saranno interamente spesi» e che «tutte le opere non ricomprese nel Pnrr ma ritenute strategiche saranno finanziate da altri programmi». Salvini punta poi ad altri 2 miliardi da ottenere sui fondi Repower-Eu «per rafforzare le misure a supporto delle perdite idriche, del trasporto rapido di massa e dei treni intercity».
Il Repower Eu è il nuovo capitolo del Pnrr per accelerare la transizione green e l'autonomia energetica del Paese, con una dotazione di 19 miliardi. Contiene interventi su reti elettriche e gas, per l'efficientamento dei sistemi produttivi delle imprese, di case e immobili, produzione energie rinnovabili, e le filiere produttive. Ed è proprio nel Repower del nuovo Pnrr che compare la previsione di nuovi Ecobonus per famiglie e imprese a basso reddito: la «nuova misura del piano andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni», si legge nella bozza di revisione. La dotazione «è di 4 miliardi di euro e si basa sulle consuete detrazioni fiscali, ma, a differenza del passato, con vincoli stringenti che le renderanno disponibili solo le fasce a basso reddito». Il capogruppo del M5s in Senato Stefano Patuanelli la definisce la «più clamorosa retromarcia del Governo Meloni. Si rimodula il Pnrr sfruttando il meccanismo collaudato del Superbonus 110%. Usano una misura che hanno distrutto, anche mediaticamente. Mesi e mesi di propaganda e alla fine rinegoziano il Pnrr scrivendo che hanno bisogno di sfruttare il meccanismo che ha reso questa misura uno dei motori economici del Paese. Ovviamente non lo chiameranno Superbonus, cambieranno il nome e faranno un bel copia-incolla».
Dopo lo stralcio di alcuni progetti, nel nuovo Pnrr, ha spiegato Fitto, il governo propone di inserire «interventi per la ricostruzione del territorio dell'Emilia Romagna, colpito dagli eventi alluvionali», iniziativa «condivisa» con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che con la premier aveva fatto visita alle zone colpite. Quanto alle polemiche sugli asili nido, il ministro rivendica un rafforzamento della misura con 900 milioni di euro in più per consentire un nuovo bando e raggiungere così il target finale dell'aumento dei posti. L'obiettivo era diventato più difficile per l'incremento dei costi delle materie prime.
Anche il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha invece chiesto modifiche per rispondere «alle domande di progetti che non è stato possibile finanziare a causa di un overbooking di richieste. L'ammontare delle richieste ammesse a finanziamento è pari a circa 5 miliardi di euro a fronte di una disponibilità di 690 milioni di euro».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.