Un mistero aleggia tra l'Italia e la Germania. Un giallo che sa di politica, relazioni internazionali e giornalismo. I protagonisti della storia sono Repubblica, il Foglio e Angela Merkel.
Partiamo dal principio. In un editoriale pubblicato giovedì scorso su Rep, Federico Rampini (corrispondente da New York) parlava delle politiche economiche della Cancelliera tedesca e citava una frase della Merkel di quelle che potrebbero essere uno scoop: "Non possiamo accettare che l’Italia calpesti le regole comuni, dovremo trattarla come abbiamo fatto con la Polonia sullo stato di diritto".
La dichiarazione, se confermata, sarebbe ovviamente una bomba. Fino ad oggi ufficialmente la Cancelliera non si è espressa duramente sulla trattativa tra Italia e Europa in merito a manovra, conti e procedure di infrazione. Una decisione politica, ovviamente. A parlare al suo posto sono stati invece capi economisti delle più importanti banche tedesche oppure retroscena pubblicati dalla Faz secondo cui il governo di Berlino avrebbe pronto un "documento riservato" per creare in Ue una sorta di "scudo anti-Italia".
Ma torniamo alle dichiarazioni riportate da Rampini. Ieri il Foglio è andato a fare le pulci al corrispondente di Repubblica, chiedendosi come sia possibile che una frase "del genere non fosse sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali e internazionali". La risposta che si dà il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara è che quelle parole la Cancelliera non le avrebbe mai pronunciate. Anche la corrispondete da Berlino di Rep, Tonia Mastrobuoni, su Twitter ha confermato che la Merkel "non l'ha detto", riferendosi ovviamente alla dichiarazione riportata dal collega.
Anche il governo tedesco, interpellato dal Foglio, ha detto di non poter confermare che la Cancelliera "abbia mai pronunciato le parole nel testo da lei citato, non l'ha detto né in un suo discorso ufficiale né durante una conferenza stampa".
Il motivo è che "in linea generale" il governo federale tedesco "sostiene la Commissione Ue" nel suo ruolo di garante del "rispetto dei trattati". Dunque nessuna intromissione ufficiale. Né frasi ad effetto. A meno di nuovi colpi di scena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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