Le tre condizioni di Conte per sconfiggere Grillo

L'ex presidente del Consiglio vuole mano libera sulla gestione dei 5 Stelle e nessuno deve toccare la strategia comunicativa di Casalino

Le tre condizioni di Conte per sconfiggere Grillo

Un braccio di ferro tra leader in pectore e fondatore-garante tuttora in corso. Con una serie di condizione da accettare per sbloccare l’impasse. Il contatto tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo è stato solo un primo, timido, passo verso il possibile disgelo. Al di là della crescente fiducia di alcuni e del maggiore pessimismo di altri esponenti pentastellati, nel concreto c’è ancora tanto da fare. E non è detto che alla fine arrivi la fumata bianca. L’ex presidente del Consiglio ha avanzato almeno tre richieste al garante e vuole che siano esaudite nella sua interezza. Non vuole titubanze o ulteriori azioni di disturbo. Altrimenti è pronto ad annunciare il suo passo indietro. Così come Grillo medita le conseguenze di un cedimento.

Le richieste di Conte a Grillo

Nella lista delle pretese contiane c’è la rinuncia del fondatore del M5S a esercitare una forma di controllo totale sull’operato del leader. La diarchia, annunciata con le parole pronunciate da Grillo di fronte ai parlamentari, deve essere cancellata. Conte non vuole lacciuoli per la gestione dei pentastellati, è intenzionato a concedere dei contrappesi interni, con apposite strutture. Ma le decisioni non devono per forza essere comunicate, in attesa di avallo, all’ex comico, salvo situazioni di particolare importanza. Secondo quanto apprende IlGiornale.it, infatti, l’ex premier vuole gestire l’ordinario senza dover compiere troppi passaggi. Un punto su cui Grillo sarebbe disposto a cedere, tenendo fermo un principio: il garante vuole avere l’ultima parola su questioni vitali. Tanto per fare un esempio sulle alleanze, sia sul piano locale che nazionale, non vuole essere spettatore.

La seconda richiesta messa sul tavolo riguarda la comunicazione. Un tema su cui il garante del Movimento è andato giù pesante nell’intervento dei giorni scorsi, deridendo la strategia social dell’ex avvocato del popolo. È stata usato come esempio la “fotina” pubblicata allo stadio Olimpico da Conte durante la partita dell'Europeo Italia-Galles. Ancora una volta l’obiettivo dell’ex presidente del Consiglio è quello di salvaguardare il suo gruppo, capitanato da Rocco Casalino: nessuno può mettere il bastone tra le ruote alle strategie dei suoi collaboratori, che piacciano o meno. Devono essere gradite principalmente al leader, gli altri se ne facciano una ragione.

Grillo senza Esteri

Il terzo punto della trattativa tocca la rappresentanza della politica estera, uno dei nuovi fronti aperti di recente. Il leader in pectore non vuole alcuna interferenza: deve sentirsi libero di parlare, ovunque, per nome e per conto del Movimento 5 Stelle, evitando situazioni imbarazzanti come le posizioni filocinesi di Grillo. Nell’eventuale nuovo corso, l’ex comico può visitare ambasciate, incontrare chi vuole e lanciare provocazioni in materia di politica estera. Ma soltanto nella veste di privato cittadino, di libero battitore che non esprime la posizione ufficiale del Movimento 5 Stelle. Un compito che, invece, spetterebbe a Conte, almeno nelle sue intenzioni.

Insomma, i nodi non sono così facili da sciogliere: fino a che punto Grillo può spingersi con le rinunce senza apparire

umiliato? Un quesito che agita il sonno dei grillini. Anche perché, nonostante tutto, il corpaccione del Movimento è d’accordo: il fondatore è necessario per tenere insieme una pattuglia lacerata come quella dei pentastellati.

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