L'Onu a Mosca per trovare un accordo di pace. Una missione difficile, con toni che gli stessi protagonisti hanno definito «franchi». Nessuno insomma è andato per il sottile. Ma almeno Putin ha accetta un accordo «in linea di principio» sul coinvolgimento dell'Onu e della Croce rossa internazionale nell'evacuazione dei civili dall'impianto siderurgico Azovstal a Mariupol, in Ucraina. «Complicata e tragica», così Putin ha definito la situazione a Mariupol, «le operazioni militari lì sono finite». Accusando i combattenti ucraini di nascondersi dietro ai civili nell'acciaieria Azovstal, Putin ha detto al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che più di 100mila persone hanno lasciato Mariupol «libere di andare dove volevano». La Russia ha sempre sostenuto le Nazioni Unite in qualità di membro fondatore e di membro permanente del Consiglio di sicurezza ha subito fatto sapere il padrone di casa Putin per poi affondare: i colloqui di pace «vanno avanti ma senza un accordo sulla Crimea e sul Donbass non è possibile firmare garanzie di sicurezza sull'Ucraina» ha detto il presidente russo. «Sappiamo chi ha messo in scena questa provocazione a Bucha: l'esercito russo non ha nulla a che fare con quello che è avvenuto», ha poi aggiunto Putin.
Dichiarazioni pesanti a cui sono seguite dichiarazioni altrettanto nette. Guterres ha affermato di ritenere le operazioni russe in Ucraina «un'invasione». Un concetto chiaro carico di conseguenze. «La violazione dell'integrità territoriale dell'Ucraina va contro la carta delle Nazioni Unite», ha detto, esprimendo «preoccupazione» per gli eventi in Ucraina. L'Onu indaga attualmente su 300 «omicidi illegali» commessi in Ucraina e ritiene che il numero effettivo di vittime civili sarà più alto di «migliaia» di unità rispetto alle 5.000 documentate finora. Guterres ha invitato la Russia a risolvere le questioni che ha sull'Ucraina e sulla sicurezza europea e globale in conformità con la Carta delle Nazioni Unite. Sono venuto a Mosca come «messaggero di pace» con l'obiettivo di «salvare vite e ridurre le sofferenze» in Ucraina, ha dichiarato il segretario generale dell'Onu. Le Nazioni Unite hanno chiesto di stabilire un «cessate il fuoco per trovare una soluzione, che finora non è stata trovata». E anche su questo Putin ha da puntualizzare: il vertice di Istanbul tra le delegazioni di negoziatori ucraini e russi «è stato una svolta» secondo il presidente russo, ma in seguito «l'approccio ucraino è mutato in modo radicale». E mentre il segretario generale dell'Onu incontrava il ministro degli Esteri russo, nella base americana di Ramstein, in Germania, si svolge un vertice straordinario a sostegno dell'Ucraina con i ministri della Difesa di 40 Paesi.
Guteress, che si è sentito telefonicamente con Erdogan, chiede «un cessate il fuoco» in Ucraina «il prima possibile». Guterres ha allora spiegato che insieme alla Croce Rossa, «siamo pronti a utilizzare tutte le nostre risorse per collaborare con le autorità di Russia e Ucraina e creare questa opportunità, per garantire l'evacuazione di queste persone». Che si possa arrivare ad una pace per via diplomatica in tempi brevi, comunque, sono i fatti ad escluderlo.
E non solo perché anche nel vertice di Ramstein i toni si fanno sempre più gravi, con il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, che dà il via alla Lega per l'Ucraina e si dice pronto «a fare molto di più» per far vincere Zelensky e con il ministro della Difesa inglese che autorizza l'offensiva di Kiev sul suolo russo con armi inglesi, ma anche per la situazione che si sta creando nella Transnistria.
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