Treno contro tir: ecco tutti gli errori

Sbarre in tilt e strada stretta. L'Anas: "Il trasporto eccezionale? Era fuorilegge"

Treno contro tir: ecco tutti gli errori

«Serie di errori gravissimi» e «incredibile sottovalutazione del contesto tecnico-ambientale». A uno dei periti del reparto d'élite della Polfer specializzato in incidenti ferroviari, basta poco per fotografare con occhio clinico la genesi dello scontro tra il treno regionale e un tir che l'altra notte nel Torinese ha causato due morti e una trentina di feriti.

L'inchiesta appena aperta pare avere già dei punti fermi. Con responsabilità che vanno ben al di là dell'incriminazione per disastro colposo dell'autista del tir e che riguardano le clamorose deficienze con cui è stato organizzato il convoglio del trasporto eccezionale all'origine del disastro. Ora è già cominciato il gioco dello scaricabarile, ma appare chiaro come la filiera degli sbagli non risparmi nessuno. «Errore di comunicazione», fanno sapere le Ferrovie dello Stato; «Abbiamo seguito alla lettera le procedure previste», replicano i responsabili della società dei container trasportati sui due tir, preceduti e seguiti (come da protocollo) da due furgoni con funzione di scorta e segnalazione.

Una delle due vittime dell'impatto è il conducente proprio di uno questi mezzi di supporto rimasto incastrato sui binari, mentre l'altro morto è il macchinista del treno regionale che si è trovato la strada tagliata dai «bisonti» del trasporto eccezionale. Una carovana che procedeva lentissima (non più di 5 km orari), ma che non doveva essere lì: quel tratto di strada è chiaramente inadeguato al passaggio di un corteo così complesso. E poi c'era l'incognita di quel passaggio a livello: «Con le sbarre che spesso andavano in tilt rimanendo bloccate. Negli ultimi tempi la manutenzione sembrava meno efficiente, forse perché qui è in programma una variante stradale che comporterà l'eliminazione di questo passaggio a livello», testimoniano gli abitanti della zona. Ragione in più per organizzare quel viaggio in maniera attenta e scrupolosa; invece le cose sono andare in maniera opposta. E ora due famiglie piangono la morte assurda dei propri cari: il macchinista Fs aveva 61 anni e tra poco sarebbe andato in pensione; l'autista del furgone di anni ne aveva 53 e lascia moglie due figli. La Procura di Ivrea ha aperto un'inchiesta che, al momento, vede come indagato per disastro ferroviario solo l'autista lituano di 39 anni alla guida del Tir travolto dal treno. Un primo rapporto dell'Anas rende la sua posizione piuttosto delicata: «Il trasporto eccezionale che ha causato l'incidente mortale avvenuto in corrispondenza del passaggio a livello nel territorio comunale di Caluso (lungo la linea Torino-Ivrea), non ha rispettato le condizioni generali di utilizzo dell'autorizzazione da parte di Anas». Ma la difesa dell'autista è determinata: «Non decido io il percorso, mi guida l'equipaggio in cuffia perché con il carico la visibilità è fortemente ridotta».

Non può essere colpa sua se - come raccontano i sopravvissuti - «il primo Tir è passato perché le luci indicavano via libera, mentre il secondo mezzo è rimasto incastrato perché nel frattempo le sbarre si sono abbassate».

Intanto il bilancio della tragedia potrebbe aggravarsi ulteriormente: le condizioni della capotreno del regionale 10027 sono disperate. A casa l'attendono marito e una bimba. Che pregano insieme per riabbracciarla.

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