Trentino, dopo l'Epifania stop all'ideologia gender nelle scuole

La nuova giunta di centro-destra del Trentino, la prima di tale coloro politico dal dopoguerra, ha bloccato 83 percorsi e 858 ore di attività didattica.

Trentino, dopo l'Epifania stop all'ideologia gender nelle scuole

In Trentino, dopo l'Epifania, la giunta della Provincia Autonoma ha decretato lo stop all'insegnamento della ideologia gender nelle scuole. La decisione è stata assunta dall’assessore alle pari opportunità Stefania Segnana, dall’assessore all’istruzione Mirko Bisesti, dall’assessore al lavoro Achille Spinelli e, naturalmente, dal presidente trentino Maurizio Fugatti.

Il progetto, che sarà bloccato, era stato finanziato con 91 mila euro dalla precedente giunta di centrosinistra, guidata da Ugo Rossi dal 2013 fino al 2018, attraverso la locale agenzia del lavoro.

La nuova giunta di centro-destra, la prima di tale coloro politico dal dopoguerra, guidata dal commercialista e parlamentare Fugatti, sostenuta da Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, UDC-Centro Popolare, Autonomisti Popolari, Civica Trentina, Associazione Fassa, Agire, ha ritenuto "necessario verificare la piena coerenza dei contenuti educativi dei percorsi con le aspettative delle famiglie rispetto ai valori che la giunta provinciale intende perseguire ed agli indirizzi conseguenti".

Così 83 percorsi di educazione gender (che prevedevano 858 ore di attività didattica) in 24 istituti scolastici trentini saranno bloccati a partire dal rientro in classe degli studenti dopo le vacanze natalizie. "Si tratta di una sospensione del progetto, in attesa di ulteriori approfondimenti", ha spiegato l'assessore alle pari opportunità Stefania Segnana, inviando una circolare agli istituti interessati.

Una delle "gocce" che, a giudizio dell'amministrazione Fugatti, ha fatto traboccare il vaso è stata la segnalazione della distribuzione di un libro di Bianca Pitzorno, dal titolo "Extraterrestre alla pari" (Einaudi), alle classi quarte di una scuola elementare della città, appartenente all’Istituto Comprensivo Trento 6.

Si tratta di un libro che - attraverso la storia di Mo, un bambino del pianeta Deneb (dove non si scopre il proprio sesso prima dei vent'anni), che arriva sul pianeta Terra - parla dei "pregiudizi" degli umani sulla sessualità (Mo, dopo aver vissuto la condizione di entrambi i sessi, si ritrova "sconcertato/a" dai pregiudizi dei terrestri).

Questo e altri libri hanno allarmato la giunta provinciale trentina, fino ad arrivare alla decisione di bloccare i progetti pro-gender mentre dalle opposizioni si grida "all'oscurantismo". Durissimi gli attacchi del Movimento 5 Stelle (alleato della Lega di Salvini per il governo nazionale, all'opposizione in Trentino), che attraverso un comunicato a firma dei consiglieri Santini, Negroni e Maschio, hanno parlato di "pensiero paranoico inquisitorio pseudo-riformista", ricordando il riconoscimento del "terzo sesso" in alcuni stati del mondo. "La natura non è modellabile secondo la ristretta logica umana, essa produce ciò che è necessario e funzionale ad un disegno a noi ancora parzialmente comprensibile", hanno profferito i pentastellati, spiegando che gli italiani sarebbero "abituati ad osservare la realtà giudicandola in modo dualistico e chi si discosta dalla dicotomia è additato come dissoluto o poco di buono. Non siamo ancora in grado di riconoscere che le differenze biologiche non definiscono delle differenze sociali".

Anche il movimento d'opposizione Futura 2018 ha parlato di una giunta provinciale che "ripropone un modello di società patriarcale, con al centro l’uomo bianco e eterosessuale, fondamentalista dal punto di vista religioso, retrivo nei rapporti sociali. E che è spaventato e quindi odia qualsiasi 'diverso'. Di questo passo una comunità sprofonda nella barbarie" mentre il Partito democratico Trentino ha parlato di "strumentalizzazioni politiche sull’inesistente 'teoria gender'".

Il Consigliere provinciale di Agire per il Trentino, Claudio Cia, ha detto che "affermare che la teoria gender non esiste è a dir poco surreale, nonché subdolo" ed ha accusato una parte della classe politica e dirigente del Trentino di avere scambiato le aule scolastiche per dei "luoghi dove instillare agli studenti pensieri ideologici che poi possono essere funzionali a movimenti politici".

E' stato, invece, evangelico il commento a favore dello stop alle iniziative gender postato dal deputato nazionale della Lega Vito Comencini. All'insegna degli hastag #NoGender e #ReazioneIdentitaria il deputato ha scritto "Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare".

Il riferimento sembra legato a quanto dichiarato da Papa Francesco. Il Pontefice, infatti, ha parlato dell'insegnamento dellea teoria gender nelle scuole come di "cattiveria", di "colonizzazione ideologica".

Recentemente il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della

Ricerca (Miur), dicastero guidato dal leghista Marco Bussetti, ha riconosciuto il diritto al consenso informato dei genitori su tutti i progetti extracurricolari, compresi quelli che contengono riferimenti alla teoria gender.

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